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Inzaghi, grande condottiero: ora può chiudere il cerchio e togliersi un sasso dalla scarpa

Inzaghi, grande condottiero: ora può chiudere il cerchio e togliersi un sasso dalla scarpa - immagine 1
Seconda finale di Champions League in tre anni, conquistata dopo una partita dai contorni epici, in cui lui, sotto la pioggia, ha trascinato i suoi ragazzi
Marco Macca Redattore 

Seconda finale di Champions League in tre anni, conquistata dopo una partita dai contorni epici, in cui lui, sotto la pioggia, ha trascinato i suoi ragazzi all'ennesima impresa della sua gestione. Simone Inzaghi è il vero condottiero di questa Inter e Tuttosport lo esalta così:

Inzaghi, grande condottiero: ora può chiudere il cerchio e togliersi un sasso dalla scarpa- immagine 2

"La coppa è ancora da alzare, intanto, però il biglietto aereo per Monaco di Baviera è pronto, arrivato con un primo tempo in cui il demone è stato più indemoniato del solito - e l’Inter con lui. Nella ripresa, con lo sbandamento iniziale e il Barcellona fluo che sembrava marziano come i capelli di Lamine con gli occhiali da sole a specchio, anche il Demone di Piacenza sembrava un attimo spaesato. Ma un attimo. Perché sul finale ha alzato i giri, forse sentendo nell’aria quello che solo lui può percepire. E alla fine a rimettere in corsa l’Inter col 3-3 ci ha pensato il suo pretoriano in campo, il più inzaghiano degli interisti, Francesco Acerbi. Un caso? Sicuramente no, perché in certe notti nulla è un caso".


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"L’esultanza di Inzaghi è un sorriso a mille denti di quelli sardonici, mentre si copre la bocca e si dice qualcosa insieme ai suoi collaboratori. Come se l’avesse saputo, che alla fine il suo difensore cardine sarebbe stato il goleador della Provvidenza. Oltre, ovviamente, all’altro uomo giusto al momento giusto, messo in campo al momento buono sempre da lui, Simone Inzaghi. Il condottiero che, insieme al gruppo, ha avuto sempre un piccolo sassolino da togliersi dalle scarpe: la finale di Istanbul. Tanto per lui, come per i giocatori, una chance che ha lasciato un sapore amaro in bocca perché alla fine, anche in quel caso, era mancato poco così. Ora c’è la possibilità di chiudere quel cerchio e portarsi a casa un obiettivo che è sempre stato in cima alle preferenze tanto del tecnico che dei giocatori".

(Fonte: Tuttosport)