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Ligabue: “Inter, stagione capolavoro. Ora lo scudetto. Gara decisiva? Quella con la Juve”

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Il cantante, tifoso nerazzurro, non vede l'ora di vincere il tricolore: "Derby caricato fin troppo. Lautaro fuoriclasse"
Fabio Alampi Redattore 

Tra i tanti tifosi dell'Inter che non vedono l'ora di festeggiare la vittoria dello scudetto c'è anche Luciano Ligabue. Il rocker di Correggio ne ha parlato in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport: "Scudetto nel derby? È da due mesi che si parla di questa ipotesi e, adesso che le condizioni si sono create, è un derby caricato fin troppo a pallettoni. A me interessa la vittoria matematica dello scudetto. Prima arriva e meglio è. Se poi dovesse arrivare a questo derby, è chiaro che non si piange".

Si sarebbe mai aspettato un cammino così?

"È il capolavoro di una bellissima squadra e per squadra intendo l'intero team. Giocatori in testa, certo, ma allo stesso modo anche Inzaghi (che ha ragione a dire che valorizza anche economicamente i singoli giocatori) e la coppia Marotta e Ausilio che da tre anni sta facendo miracoli con il mercato a budget zero. Mi sa che per uno juventino Marotta sia forse il rimpianto più grosso".


Ligabue: “Inter, stagione capolavoro. Ora lo scudetto. Gara decisiva? Quella con la Juve”- immagine 2

Chi è stato l'uomo in più?

"Non si può non parlare di tutta la squadra, perché se c'è stata la conferma (e il miglioramento) di chi c'era già (da Lautaro a Bastoni, da Barella a Chala, da Acerbi a Dimarco e tutti gli altri), dall'altra parte c'è stata la sorpresa dei nuovi inseriti (Thuram, Sommer, Pavard, Bisseck) che nessuno pensava si integrassero così in fretta".

Lautaro domina in campionato, ma in Europa fa fatica. È veramente un fuoriclasse?

"Certo che lo è, pur non avendo la statura dell'attaccante tipico. È alto 1,74 ma nelle gambe ha una forza spaventosa. In più, continuando la tradizione dell'Inter con i calciatori argentini, sta dando grandi segnali di attaccamento alla maglia. Speriamo nel rinnovo".

Simone Inzaghi è il miglior tecnico del nostro campionato?

"Senza dubbio. I trofei che ha vinto con l'Inter sono già diversi anche se spesso li si vogliono bollare come minori. Ma lui e la squadra li hanno vinti. Se si guarda il ruolino di marcia suo e dei ragazzi da circa un anno in qua, non si può che rimanere sbalorditi per i numeri e godersela per la bellezza calcistica espressa. Poi, certo, chiunque potrebbe sempre opinare che ha fior fiore di giocatori per poter applicare le sue idee ma non è forse pure responsabile della composizione di questa squadra?".

Qual è stata la partita più bella della stagione?

"Forse non la più bellama la più decisiva è stata quella con la Juve. Lì l'Inter ha ristabilito le distanze".

Cosa è mancato in Champions?

"L'Atletico Madrid sarà pure discontinuo ma con l'Inter ha fatto due grandi partite, specie quella del ritorno. Avesse giocato come contro il Borussia, sarebbe passata l'Inter. Però non è che le si possono vincere tutte, eh! Forse l'unica colpa è non averla chiusa all'andata".

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Il suo idolo calcistico è ancora Oriali?

"I miei idoli calcistici sono tanti. Qual è l'interista che non ha nel cuore Ronaldo o Milito o Altobelli o Facchetti o Zanetti o chissà quanti altri? Io c'ho pure Cambiasso senza cui non si sarebbe vinto il triplete".

Come è cantare a San Siro?

"La prima volta che c'ho fatto un concerto era nell'estate del ’97. Durante il sound check continuavo a pensare che nemmeno un mese dopo su quel campo ci avrebbe esordito Ronaldo il Fenomeno. San Siro è sempre San Siro: difficile raccontare quell'emozione".

Porterà in scena il suo nuovo album "Dedicato a noi", quale canzone le piacerebbe dedicare all'Inter?

"In realtà, siccome "Urlando contro il cielo" la diffonde l'impianto di San Siro ogni volta che l'Inter segna, gli voglio dedicare proprio quella, con l'augurio che venga suonata miliardi di volte".

Qual è stata la sua prima partita a San Siro?

"Intanto a San Siro c'ho pure giocato. Era con la Nazionale Cantanti e vi potete immaginare il godimento. Non ricordo nemmeno più la prima che ho visto, però c'ero all'esordio di Ronaldo, col Brescia sull'1-0 grazie a Hubner finché non è entrato un ragazzino dalla panchina che nell'arco di dieci minuti ha esploso due razzi terra-aria nei due sette opposti ribaltando la partita. Era il Chino Recoba".

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