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Marino: “Inter simile al Napoli di Spalletti. Bisogna essere onesti e dire che…”

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"Mi sembra un copia-incolla dell’anno scorso, con l’azzurro trasformato con l’aggiunta del nero", ha detto Marino
Matteo Pifferi Redattore 

L'ex dirigente di Napoli e Udinese Pierpaolo Marino ha rilasciato un'intervista a Tuttosport nel corso della quale ha parlato anche di corsa scudetto:

«Mi sembra un copia-incolla dell’anno scorso, con l’azzurro trasformato con l’aggiunta del nero. Mi sembra di rivedere nell’Inter di questa stagione il Napoli dell’anno scorso, dove in settimana qualcuno aspettava lo scivolone, invece il Napoli vinceva sempre di più e staccava sempre di più le contendenti».


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La differenza quest’anno è che la Juve ha dato più filo da torcere.

«In linea di massima sì, in realtà a parte lo scontro diretto che ha sancito l’aumento del distacco, è stata più che altro la mancanza di un turno di campionato, per la Supercoppa, ad accorciare la classifica. In realtà a livello di gioco, di padronanza delle partite dobbiamo essere onesti l’Inter è molto simile a quel Napoli, per quanto poi la Juve rispetto all’anno scorso con il mio amico Allegri stia facendo un grande campionato. Se lo sovrapponiamo all’anno scorso sembra di vedere un’altra squadra, dal punto di vista di organizzazione, filosofia di gioco e risultati».

Nella Juve cosa è cambiato?

«Conosco la mentalità di Max: è un fine studioso anche della psicologia del gruppo, dico che l’inserimento di quei 2-3 giovani ha dato freschezza di stimoli all’interno di un gruppo che forse era fatto da tanti vincenti, questo ha portato novità. Riscontro il cambio di filosofia di gioco, la Juve è meno ragionatrice e molto più sbarazzina, molto più fresca nel gioco, nell’organizzazione tattica, questo mi ha colpito. Si vede la mano di Allegri».

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Si aspettava una stagione così animata da polemiche arbitrali anche a livello Var?

«No, anche se sono anni che dico che c’è tanto da fare per migliorare gli interventi in sala Var: per esempio la possibilità di vedere certi momenti della gara alle panchine senza dimenticare anche la qualità degli uomini in sala Var. Non capisco perché debbano andare solo ex arbitri o arbitri. Avrei visto bene corsi sviluppati per ex giocatori. Con il servizio di Le Iene sono emersi l’utilizzo di protocolli incerti e i malesseri all’interno della categoria, che sono profondi tanto da far sembrare un intervento di un arbitro, che si nasconde nell’anonimato, come quello di un pentito. Dico la verità, lì si è toccato il fondo soprattutto riguardo alla credibilità del sistema arbitrale. Questo genera sospetti che nel calcio già si sviluppano senza la necessità di creare situazioni simili a gialli televisivi o a film criminali».

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