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Marocchi: “L’Inter deve scegliere se lottare con il Napoli o con se stessa. E il Milan…”
Giancarlo Marocchi, intervistato dal Mattino, ha parlato così della Serie A ormai alle porte:
«Conte? Un allenatore che non si ferma mai alle sue conoscenze, alle sue certezze: è sempre sul pezzo, ogni giorno che passa».
Si lavora duro in estate con lui…
«Ancora di più quest’anno. Con questa magnifica trovata».
Di quale trovata parla?
«Il doppio impegno ravvicinato, due partite a distanza di 12 ore. Lo ha fatto con Brest e Casertana, poi con Girona e Sorrento. Non è un caso. Un colpo da maestro».
A cosa sono serviti?
«Una modalità di lavoro chiara, è servito a Conte per allenare tutti, per gestirli allo stesso modo. Per far capire alla squadra anche cosa significhi giocare due partite e dare loro la stessa importanza».
In pratica, quello che accadrà in stagione con la Champions?
«Esattamente. Questa è stata una buona idea dello staff per mandare un messaggio alla squadra che durante l’anno si troverà a dover gestire stavolta due impegni diversi tra settimana e weekend».
Ma quale deve essere l’obiettivo di Conte in Champions?
«La Coppa è cambiata, inevitabilmente: è più bella nel suo nuovo format, ma ti impone anche di non perdere mai di vista l’obiettivo. Non c’è nulla di scontato fino all’ultima gara del girone, non puoi fare calcoli o aspettare i rivali. Anche il sorteggio ormai vale qual che vale perché sei esposto a diversi fattori. Ma sono convinto che il Napoli saprà gestirla bene: Conte ha una squadra più larga rispetto al primo anno, riuscirà a trovare i suoi 16 titolari negli oltre 20 calciatori a disposizione».
I risultati altalenanti nelle amichevoli devono preoccupare?
«Sicuramente non ci sono stati così tanti 4-0 come qualcuno potrebbe desiderare in estate. Ma quando si lavora così tanto è normale. Ma ho seguito l’estate del Napoli, dal mio punto di vista c’è un ambiente sereno che ha le idee chiare. Non a caso, la squadra di oggi al 95% è già fatta».
Cosa manca in quel 5%, allora?
«Immagino, innanzitutto, che dopo la cessione di Raspadori si vada su un profilo diverso ma sempre offensivo».
La cessione di Raspadori è stata giusta?
«Il club ha fatto sempre scelte chiare. Ha mandato via calciatori come Zielinski o Kvaratskhelia negli ultimi due anni. Si fanno delle scelte, il Napoli le ha fatte. Mi spiace per Jack: l’ho visto crescere e diventare maturo. Ha messo la firma su due scudetti. E soprattutto mi spiace perché vediamo sempre meno italiani in Serie A. Ma questo vale per tutti i club».
C’è De Bruyne: sarà un nuovo Pirlo per Conte?
«Antonio seppe trovare in due partite il posto giusto per Pirlo. Anche quelli bravi vanno messi nelle giuste condizioni. Antonio lasciò il suo 4-2-4 per poterlo sfruttare al massimo. Sarà lo stesso con De Bruyne: troverà lo spazio ideale tra mediana e attacco, dove può fare più male».
Ha 34 anni, cosa può dare al Napoli?
«Resta un giocatore fantastico, sta ancora benissimo e può dare tanto in tutti i termini».
Che Conte ha visto lo scorso anno?
«Il solito che conoscevo già: quando le cose andavano bene, teneva tutti con i piedi per terra. E poi, viceversa, quando il Napoli ha avuto più difficoltà faceva di tutto per tranquillizzare gli animi. Antonio non parla mai a caso, la sua è una comunicazione che va dritta al punto».
Il rapporto con De Laurentiis se lo immaginava così?
«O la stanza è bella grossa o è meglio che ci stia solo uno (ride). Entrambi hanno capito nel primo anno cosa fare e cosa no: uno è padrone del club, l’altro è padrone del campo. Con stima e rispetto verso l’un l’altro».
L’avversaria per lo scudetto?
«L’Inter deve scegliere se lottare con il Napoli o con sé stessa. Dovrà cambiare approccio. E poi c’è il Milan: la scelta di Allegri libera di molte responsabilità i calciatori che dovranno pensare solo al campo».
Quindi, il Napoli riparte da favorita?
«Lo è: non hanno mai staccato in estate lavorando per migliorare il progetto. Hanno migliorato la squadra con scelte chiare sul mercato e in campo».
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