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Rocchi: “Inter-Verona? Cosa ha portato all’errore. Pretendiamo una cosa”

Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Le parole del designatore arbitrale nell'incontro di oggi con i giornalisti

Gianluca Rocchi, responsabile della CAN A e B, ha parlato ai cronisti presenti a margine della conferenza stampa di oggi: "Abbiamo detto basta a comportamenti che non sono corretti, a proteste oltre le righe e infondate. Vogliamo rispetto, lo pretendiamo perché il gruppo lavora in maniera seria: abbiamo commesso errori evitabilissimi e il primo responsabile sono io, ma questi ragazzi non devono essere sfiorati da questi problemi. E non deve passare il concetto che chi urla ottiene qualcosa".

Ha fatto riferimento al derby di Roma e a quanto successo a Guida.

"Il derby ha avuto un finale oggettivamente trista. Su Guida (vittima di un tentativo di aggressione da parte di un preparatore atletico della Salernitana, ndr) sono preoccupato, perché se un tesserato tenta di aggredire un arbitro importante come Marco Guida pensate cosa succede alla base. Noi dobbiamo tutelare l'arbitro sotto questo aspetto e non mi piacciono le ipocrisie".

Ha chiesto rispetto.

"Il rispetto noi lo pretendiamo e lo diamo a tutti, se abbiamo sbagliato a non salutare un allenatore abbiamo sbagliato, perché l'educazione viene prima di tutto. Di Bello lo conosco ed è tutto tranne che maleducato, credo ci sia stato un disguido e spero sarà risolto il prima possibile. Ma in generale non credo siamo noi a sbagliare nei comportamenti".

Come mai sembra mancare uniformità?

"Bisogna cercare di lavorare in questa direzione, nelle ultime giornate abbiamo avuto qualche difficoltà in più ma abbiamo passato un momento in cui ci sono stati zero errori. Possiamo lavorare di più, questo è sicuro".


L'errore in Inter-Verona?

"Lì probabilmente c'è stata una mancanza di attenzione rispetto alla reale portata del fallo".

Certe dichiarazioni sono figlie di parole dette a caldo o scientifiche per dare gli arbitri in pasto ai tifosi?

"No, io sono sempre per la parte positiva, conosco tantissimi tesserati e vedo sempre persone molto professionali. Parlare a caldo credo sia la cosa più pericolosa, anch'io dopo una partita non sono così sereno e posso capire la tensione di un allenatore o di un dirigente che si vede scappare un risultato all'ultimo minuto. Il giorno dopo l'affronterebbe in maniera diversa, secondo me se dopo le partite evitassimo commenti a caldo sugli arbitri avremmo un approccio diverso alla materia. E noi non è che diremmo di non aver sbagliato, ma probabilmente avremmo un'immagine diversa".

Si parla del VAR a chiamata, sarebbe rischioso?

"Ripeto quello che ho già detto, non ne possiamo parlare perché non è una norma ma un'ipotesi. Il VAR nasce per evitare gravi errori, la difficoltà oggi è riconoscere la differenza tra un grave errore e un errore che il VAR non può sanare".

Gli allenatori non sembrano troppo favorevoli…

"Gli allenatori dicono giustamente che fanno il loro lavoro e io li posso capire, la scelta del resto non passa da loro ma dall'IFAB. Oggi non è una cosa assolutamente prevista".

Nel prossimo incontro con gli allenatori si aspetta di avere tutti presenti?

"Certo. Visto il numero di giornalisti presenti oggi mi piacerebbe vedere altrettanti allenatori: da loro ho imparato sempre qualcosa e mi piacerebbe confrontarmi. Sono sempre aperto a qualsiasi cambiamento, non in corsa, ma per ragionarci in vista del prossimo anno".

Otto errori su settantotto interventi VAR. Il giudizio complessivo?

"Voti non ne ho mai dati e non sono abituato a darmeli, li date voi e li ho sempre accettati. Abbiamo fatto un buon lavoro, sono cresciuti dei ragazzi e stiamo lavorando in maniera importante col gruppo dei VAR. In un paio di anni credo avremo un gruppo di VAR specializzati, che saranno il futuro di questo lavoro. Si può fare meglio? Sì. Abbiamo anche un campionato molto difficile, mi rendo conto che per gli appassionati sia bello perché tutte le partite sono da tripla ma in questo diventa tutto più complicato per gli arbitri".

I social avvelenano il clima?

"Io non sono social, è una materia che conosco poco e non considero. Però è vero che è molto importante e influenza molto l'opinione pubblica. Oggi non si aspetta l'uscita del giornale, ma noi dobbiamo essere bravi a rimanere freddi. Io prendo l'esempio del calciatore che ha subito minacce di morte solo per un calcio di rigore sbagliato (Henry dopo Inter-Verona, ndr), e penso che due domande dobbiamo farcele se accade una cosa del genere".


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