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Seedorf: “Diventare allenatore per me era naturale, ecco perché. Balotelli? Con lui…”

Clarence Seedorf, alla rivista Undici, ha parlato della sua filosofia da allenatore: "L'esperienza non è una garanzia, prendete Benitez"

Redazione1908

"L'esperienza di un allenatore non e' una garanzia, spero che le societa' lo capiscano. Al Real Madrid prima di Zidane c'era Benítez, che io reputo bravissimo, ma che non ha fatto cosi' bene pur avendo una lunga esperienza". A parlare, in un'intervista per "Undici" in edicola da domani, e' Clarence Seedorf.

"Ho sempre avuto tante idee che gli allenatori mi permettevano di condividere e discutere con loro, per questo credo che diventare allenatore fosse naturale - racconta di se' - Mi interessavo di temi relativi alla squadra e al club dove giocavo, che di solito non sono di competenza dei calciatori".

La sua filosofia di allenamento parte prima di tutto dalla mente. "Io so quali sono gli ingredienti per essere competitivi e creare le condizioni per poter vincere. Nell'ambiente calcistico si usa molto la parola vincere. Ma cosa vuol dire vincere? Cosa devi fare per vincere? Tutti vogliono vincere, tu ma anche i tuoi avversari".

Seedorf parla poi di due grandi ex milanisti, Pato e Balotelli. "Quando e' arrivato al Milan, mediaticamente e' stato sovraesposto, e in questo il Milan ha sbagliato: quando poi lui ha iniziato una parabola discendente, le aspettative erano troppo alte e il giocatore aveva troppa pressione addosso".

Balotelli ha avuto modo di allenarlo al Milan: "Io voglio capire il mio giocatore, se riesco a capire la persona nella sua complessita', in campo ma anche fuori, nella sua sfera privata, riesco a capire meglio anche i comportamenti che puo' avere in campo. Con Balotelli, per dare un esempio, con lui era il tempo che era necessario, quindi passavo piu' tempo con lui".

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