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Stadio, Sportium: “Ecco perché Inter e Milan devono sceglierci. E i tifosi potranno…”

Marco Astori

Le parole di Massimo Roj, fondatore di Cmr Sportium

Lunga intervista concessa da Massimo Roj, fondatore di Cmr Sportium, uno dei due studi architettonici in corsa per la costruzione del nuovo stadio di Inter e Milan, ai microfoni di MilanNews. Il grafico ha elencato i dettagli del suo progetto e le motivazioni per le quali dovrebbe vincere.

Quanto è soddisfatto del progetto che ha presentato a Milan e Inter?

“Sono estremamente orgoglioso e soddisfatto del lavoro svolto con i nostri partners, un progetto di squadra che è stato sviluppato in tempi ridottissimi ma che a mio avviso è riuscito nell’obiettivo principale di trasmettere la passione, l’impegno e la dedizione che ci legano alla città di Milano e alle sue due squadre storiche. Da milanese, da assiduo frequentatore del glorioso San Siro da quando ero piccolissimo, da giocatore in entrambe le squadre da “pulcino”, questo è letteralmente un sogno che si realizza!”.

Durante la presentazione è stato sottolineato come questo sia uno stadio per la città di Milano: come verrà rivitalizzato il quartiere di San Siro?

“Il nostro concept rappresenta un punto di partenza strategico per l’intero quartiere di San Siro in un’ottica di rigenerazione urbana attenta e sostenibile: attualmente l’area soffre di un forte scollamento con il resto del tessuto urbano e lo stadio di San Siro, sebbene io sia un suo grandissimo ammiratore e appassionato, sembra davvero una balena spiaggiata su una landa desolata e asfaltata, che diventa ancora più drammatica quando l’impianto non è in uso. Il nostro progetto ha l’obiettivo primario di ricostruire il legame tra questo quartiere e la città e lo fa attraverso un sistema di parco urbano con 3000 alberi, esteso e aperto a tutti, attorno al quale si sviluppano le tipiche funzioni di un quartiere, che attualmente mancano, come i negozi di vicinato, i ristoranti, un hotel, due palazzi per uffici, un museo per squadra: luoghi di aggregazione e socialità che tengono unita tutta la comunità”.

Da dove nasce l’idea di mantenere il prato del vecchio San Siro e renderlo un’ulteriore attrazione?

“Il progetto che abbiamo presentato prevede inevitabilmente la demolizione del San Siro, ma c’è stato un punto fermo e imprescindibile che ha trovato d’accordo me, David e tutti gli altri partners di Sportium fin da quando abbiamo iniziato a tracciare le prime linee di quello che poi sarebbe diventato il concept che avete visto tutti alla presentazione dello scorso giovedì mattina: preservare la memoria storica di un luogo che ha definito non solo la storia del calcio ma l’identità di un’intera città. Così abbiamo deciso di mantenere il prato dell’attuale stadio, trasformandolo in un grande parco accessibile a tutti. Perché lo sport deve essere questo: un volano di inclusione, di crescita, in totale assenza di barriere e ostacoli, un’esperienza di divertimento e intrattenimento per tutti!”.

Entriamo nel dettaglio dello stadio: che tipo di esperienza verrà offerta al tifoso?

“Sarà un modo completamente nuovo e immersivo di vivere lo stadio che inizia già da fuori l'impianto: uscito dalla metropolitana, il tifoso si troverà davanti ad una collina verde e dietro si staglierà lo stadio con i colori della squadra che gioca in casa, in un riverbero di riflessi e luci emozionante. Un’emozione che verrà ulteriormente amplificata dagli oltre 16.000 pannelli che riportano i volti dei tifosi e che saranno installati sulle facciate dello stadio, costruendo un legame ancora più forte con il cuore pulsante della struttura, ossia i supporters delle due squadre. Questo particolare gioco delle facciate che si animano con i riflessi di luce dei pannelli con 8 volti dei tifosi che vibrano al vento animerà di vita propria lo stadio, che sembrerà sempre dinamico anche quando non è in uso, come un organismo vivente. Entrando nello stadio, le persone saranno accolte da una serie di arcate che ricordano la Galleria e i portici di piazza Duomo e su cui si affacciano le attività commerciali e i due negozi ufficiali di Inter e Milan. Gli spalti manterranno la struttura “verticale” del San Siro ma la visibilità sarà enormemente migliorata: le sedute sono state studiate per ottimizzare la vista da ogni angolo dello stadio, permettendo allo stesso tempo ai tifosi di stare ancora più vicino alle loro squadre creando un effetto “muro di tifo” impressionante. Anche le sedute business saranno disposte in maniera diversa rispetto all’attuale stadio, venendo distribuite lungo tutti i lati, avendo così grande visibilità e offrendo un’esperienza ancora più “totalizzante””.

Parliamo di numeri: quanti posti saranno destinati ai tifosi e quanti ai clienti business dei club?

“Lo stadio avrà complessivamente 60.000 posti, estendibili a 63.000/65.000 in base alle esigenze, e 12.500 posti saranno premium”.

La capienza sarà sui 60-63.000 spettatori, ci sarà la possibilità di poterla estendere o sarà un numero non modificabile?

“Sarà possibile estendere il numero delle sedute, garantendo la necessaria flessibilità per poter ospitare eventi particolari come ad esempio le finali di UEFA, avendo progettato soluzioni strutturali ad hoc per ampliare la capienza a necessità”.

Sono previste aree parcheggio destinate ai tifosi o il vostro concept punta a valorizzare anche la fermata della metropolitana?

“Essendo lo stadio in una posizione strategica rispetto ai mezzi pubblici, si agevolerà sicuramente l’utilizzo di queste modalità di trasporto per raggiungerlo. Saranno comunque previsti parcheggi interrati sotto gli uffici e l'area commerciale e anche al di sotto dello stadio, riservati agli ospiti business”.

Da anni, a San Siro i media sono relegati in un container al di fuori della struttura dello stadio. Come saranno strutturate tribuna stampa e area di lavoro per i giornalisti e fotografi?

“Naturalmente abbiamo pensato anche a questo come aspetto da dover necessariamente migliorare rispetto alla condizione attuale. Il nostro nuovo stadio prevede aree stampa conformi agli standard internazionali, inserite integralmente nella struttura”.

Infine, perché Inter e Milan dovrebbero scegliere il vostro progetto?

“Perché è un progetto che intende riportare in vita un quartiere che oggi giace quasi abbandonato e lo fa partendo dalla passione che ci accomuna tutti: lo sport! Al di là delle caratteristiche tecniche del nostro progetto, quello che mi auguro che possa trasparire di più è la passione che c’è dietro: un progetto che fin dall’inizio ci ha emozionati, non solo perché noi tutti siamo grandi tifosi di calcio ma perché siamo italiani e siamo milanesi e in quanto tali poter dare il nostro contributo al nuovo capitolo della Milano che verrà, forti anche delle nostre conoscenze radicate del territorio, è motivo di grande orgoglio. Come lo faremo? Realizzando un quartiere vivo tutto l’anno, con uno stadio innovativo, all’avanguardia, ma soprattutto uno stadio che è vivo esso stesso anche quando non è in uso. Un impianto sostenibile ed efficiente, proiettato al futuro ma fortemente ancorato al suo passato di leggende e di glorie: sarà uno stadio che palpita all’unisono con i suoi tifosi, sarà un pezzo di città che suona in armonia – finalmente – con i suoi abitanti!”.