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Stankovic: “Moratti ci trascinò alla Champions. Mourinho mi attaccò al muro e mi disse…”

Alessandro De Felice

Le dichiarazioni di Dejan Stankovic, con i ricordi legati a Moratti e all'esperienza all'Inter tra Mourinho e i tifosi

Dejan Stankovic racconta Massimo Moratti. L'ex centrocampista serbo è intervenuto nella serie di DAZN 'Simpatico', dedicato all'ex presidente dell'Inter, e ha raccontato del 5 maggio, del rapporto con i tifosi, Mourinho e il 'Triplete'.

Ecco le parole di 'Deki', che parte proprio dalla sfida tra la sua Lazio e l'Inter, che poi diventerà la sua squadra, del 5 maggio 2002, con la vittoria dei biancocelesti che costò lo scudetto agli uomini di Hector Cuper:

"È stata una partita abbastanza strana perché noi (la Lazio, ndr) ci giocavamo l'Europa e per tanti di noi era una partita da vincere. Eravamo scomodi... abbastanza scomodi. Dico la verità: loro (l'Inter, ndr) erano abbastanza tesi ed erano bianchi in volto. Ma non offendo nessuno, ho parlato tanto con Materazzi di quella partita. Erano tesissimi, nervosissimi. Non dico con una paura, ma con una tensione che ti taglia le gambe. Non era i soliti giocatori dell'Inter perché la tensione ha pesato tantissimo. Hanno perso per l'importanza di vincere".

Stankovic si sofferma sul rapporto con i tifosi dell'Inter:

"Moratti ci diceva che se sentivamo 80mila fischi, dovevamo capire che c'era una persona che ci avrebbe applaudito ed amato: ed era lui. Inter-Samp? Valeva per dimostrare cosa significa l'Inter, la passione, l'amore e la sofferenza che devi mettere per gioire alla fine. Noi all'Inter abbiamo imparato anche a soffrire. Il mio compito era solo stoppare la palla e metterla giù e mettere il Chino in condizione di calciare. Il tifoso interista soffre con la squadra e quando superiamo i limiti scende giù. Moratti è innamorato dell'Inter come una donna sbagliata: non sai perché, ti fa soffrire ma la ami di più. Quando giocavo male, mi veniva in mente lui: per primo avevo deluso lui. Moratti resterà l'unico presidente per me. In quel mosaico perfetto mancava il tassello di vincere lo scudetto, a Siena ci siamo tolti un peso".

Infine spazio a José Mourinho, allenatore del Triplete del 2010 e leggenda nerazzurra:

"Quando perdemmo una partita mi prese davanti a tutti e mi attaccò al muro. Mi disse: "Oh zingaro, vuoi tornare a giocare come prima o ti metti di fianco a me e non ti alzi più? Io voglio il vecchio Stankovic, voglio che mangi l'erba. E lì senti nel rimprovero un incoraggiamento e la fiducia. Solo Moratti sapeva quanto soffriva ma a Manchester l'ho visto mollare, diceva "è possibile che non la vinco mai?". Quando abbiamo costruito questa squadra è stato un altro sforzo del presidente, lui credeva che avremmo potuto arrivare insieme a Mourinho ad un traguardo storico. La mattina a San Siro? Dopo Baresi mi portò a casa alle 6, ci mettemmo sul terrazzo e guardammo San Siro: aprimmo una bottiglia di vino e facemmo un brindisi con mio papà. Stetti sveglio un'oretta a vedere lo stadio che cantava, brividi".