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Vieri: “Inter uno squadrone, non può perdere 9 partite. Benfica? È il Napoli del Portogallo”

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Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex attaccante dell'Inter Christian Vieri ha parlato della grande stagione del Napoli e dell'andamento dell'Inter

Andrea Della Sala

Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex attaccante dell'Inter Christian Vieri ha parlato della grande stagione del Napoli e dell'andamento dell'Inter di Inzaghi che in campionato non ha rispettato le aspettative di inizio stagione.

Si aspettava un Napoli simile?

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«È una macchina perfetta. Mai visto un club presentarsi così forte dopo una vera e propria rivoluzione tecnica».

Giuntoli e Spalletti i fuoriclasse?

—  

«Giuntoli è un direttore sportivo vecchia maniera, va a pescare i giocatori in prima persona. Sono felice per lui, abbiamo giocato insieme negli Allievi del Prato: era un vecchio libero, tutto botte e cazzotti (ride)».

E Spalletti?

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«Mio padre Bob lo stima moltissimo, e mio fratello mi parlava molto bene di Luciano già ai tempi dell’Ancona. Le squadre di Spalletti giocano bene a calcio, è sempre stato così. La sua impronta è riconoscibilissima. Ha maturato un’esperienza totale, e sa leggere perfettamente ogni dettaglio nei vari momenti della gara e della stagione in generale».

È un Napoli che può sognare anche in Champions?

—  

«Per me non sarebbe una sorpresa, anche se dovrà stare molto attento al Milan».

A proposito di Inter, stagione difficilmente decifrabile.

—  

«È inaccettabile perdere 9 gare su 27 in campionato. L’Inter è uno squadrone, non può lasciare per strada questa valanga di punti. Mi aspetto molto di più e non può avere tanta discontinuità».

Vieri: “Inter uno squadrone, non può perdere 9 partite. Benfica? È il Napoli del Portogallo”- immagine 2

Benfica battibile?

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«Sfida apertissima. Il Benfica è forte, è il Napoli del Portogallo. Lì l’architetto è, non a caso, Rui Costa, uno che fuma sigarette e calcio da una vita (ride)».

È Lukaku il vero ago della bilancia in casa Inter?

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«Fino ad oggi è stato assente, tutti si aspettavano un altro Lukaku».

Intanto, è finita l’avventura di Conte al Tottenham. È sorpreso da un epilogo simile?

—  

«Antonio va allo scontro con tutti, è il suo carattere. Se prendi lui, non devi aspettarti uno che sta zitto e gli va tutto bene. E sempre sul filo, è il suo modo di essere, può piacere o non piacere. Sai chi prendi. Ogni due anni litiga con tutti? Sì. Se ne va sempre con problemi? Sì. Sai che è uno esigente, serio. Ed è pesante averlo in società, non ti fa dormire tranquillo. Sono scelte. Ci sono tecnici come Conte e Mourinho che martellano a tutte le ore, mettono pressione e pretendono il massimo, sempre. E ci sono poi quelli a cui va bene ogni cosa, stanno lì. Ognuno allena e vede il calcio a modo suo, e non vuol dire che abbia ragione questo o quel tecnico».

Capitolo Nazionale: che ne pensa di Retegui?

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«È promettente, impatto positivo. Davvero un bel gol quello fatto all’Inghilterra. Ha ancora una volta avuto ragione Mancio: se vede uno bravo, lo butta dentro senza tanti problemi. In ogni modo, Mateo deve giocare e migliorare ancora molto».

 

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