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Zazzaroni: “Giuria social attacca Inzaghi ma immagino le sue difficoltà con un gruppo…”

Matteo Pifferi

Ivan Zazzaroni, sulle colonne del Corriere dello Sport, ha analizzato così la vittoria del Bologna contro l'Inter del Dall'Ara

Ivan Zazzaroni, sulle colonne del Corriere dello Sport, ha analizzato così la vittoria del Bologna contro l'Inter:

"Non vedevo il Bologna dal 4 gennaio: mi ero staccato emotivamente il 16 dicembre, giorno terribile. Pochi istanti di partita bastavano per riportarmi all’assenza di Sinisa, sottolineandola. E cambiavo subito canale: i meccanismi del cuore. L’avevo confessato ad Arianna. Lei il Bologna non lo seguirà più. Il giorno prima a Radio Deejay, al momento del gioco dei pronostici con Fabio Caressa (lo sto asfaltando ed è giusto che si sappia in Europa), avevo puntato su vittoria o sconfitta. Me lo sentivo: blu o rosso, niente grigio. Cinque minuti di tentativo e non ho più staccato gli occhi dal televisore. Il Bologna mi ha preso. Sarebbe piaciuto tantissimo anche a Sinisa. Perfetti i movimenti senza palla, i tempi degli interventi in copertura, gli anticipi, su un campo complicato dalla pioggia anche i passaggi uscivano precisi, utili, efficaci. Il Bologna giocava a calcio, l’Inter a pallone: il tocco di mano non punito da Orsato (era rigore), il gol annullato per il fuorigioco di Dominguez, la traversa e insomma un primo tempo di superiorità tecnica, tattica e mentale. Il Civ sarebbe impazzito di gioia. Nella ripresa le cose sono addirittura migliorate"

Sui giocatori

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"Giudizio finale: Posch, Lucumi, Sosa, Cambiaso e Ferguson impeccabili; Schouten e Dominguez stupendi, Orsolini di nuovo da Nazionale, Barrow e Soriano centrati e generosi. Ho trovato addirittura simpatica la teatralità di Orso che accompagna ogni gesto, ogni errore e ogni cosa ben fatta con espressioni del viso e del corpo da commedia dell’arte. Al Bologna è indispensabile, Sinisa l’avrebbe voluto sempre così e non dimentico che a un certo punto, irritato, lo trascurò. L’Inter, sette sconfitte su 24 uscite e 11 punti in meno rispetto alla stagione scorsa, non ci ha capito una mazza, quasi sorpresa da tanto vigore e da tanta organizzazione. Da ieri nuovo processo a Simone istruito da una giuria, quella social, abituata alle sentenze a giorni alterni: vinci e sei un grande, perdi e sei un cretino. Riesco solo a immaginare le difficoltà di Inzaghi, alle prese con un gruppo disorientante. Il Bologna ha giocato un calcio declinabile in varie sfumature di tattica, trasmettendo il senso del lavoro ben fatto, oltre che di una piacevolissima complicità. Anche con la sua gente. Se guardo indietro sono cose che avrei volute più recepite"