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Zazzaroni: “Superlega? Occhio a separare i buoni dai cattivi. Confesso che…”

Alessandro De Felice

Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, ha spiegato la sua idea sulla Superlega dopo il dietrofront di molti club

La Superlega continua a far discutere. A 24 ore dal ritiro ufficiale dell'Inter, comunicato attraverso una nota apparsa sul sito, il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni analizza il fallimento del progetto nel suo editoriale:

"Confesso che se questa storia me l’avessero raccontata non ci avrei creduto: in 48 ore da viva la revoluciòn a fatela ma senza di noi. Il gotha del calcio mondiale ha mostrato una sprovvedutezza e un’arroganza inimmaginabili. Occhio però a separare i cattivi dai buoni: i buoni oggi si trovano solo alla cassa della Coop. Adesso Fifa e Uefa, che hanno esibito i muscoli, passano per trionfatrici, ma se si è giunti a questo punto lo si deve in particolare alla pessima gestione degli ultimi vent’anni.

Le istituzioni devono stabilire un ordine, fondare, regolare. Organizzare eventi che generano enormi ricavi ridistribuiti in buona parte con finalità politico-elettorali non può diventare l’attività principale. Governare con serietà, responsabilità e fermezza ha certamente un prezzo, non produce consensi, non porta voti. Ma è un dovere. Un buon governo avrebbe senz’altro moderato gli effetti della crisi. E l’attenzione ai comportamenti di tutti gli interpreti coinvolti avrebbe evitato il diffondersi di un disarmante senso di illegalità.

Nessuno si è preoccupato del fatto che, giocando troppo, i calciatori rischiano di infortunarsi con maggiore frequenza e hanno meno tempo per allenarsi e recuperare la migliore condizione, penalizzando in tal modo lo spettacolo: penso al Bayern e a Lewandowski, impossibilitato a giocare le partite più importanti della stagione, i quarti di Champions con il Psg, a causa dell’infortunio occorsogli nell’indimenticabile Polonia-Andorra.

I politici di tutta Europa, che hanno immediatamente fiutato l’aria e mosso durissime critiche al progetto Superlega, mostrino la stessa sensibilità spingendo Fifa e Uefa a limitare l’attività di impresari (con attori pagati dai club) per concentrarsi sul compito primario: regolare il mondo del calcio. Servono una nuova visione e norme aggiornate, e forse anche qualche uomo nuovo".