Due domande: una a Inzaghi e una a Marotta
—"E però, Inzaghi dovrebbe per prima cosa porsi qualche domanda sul conto di Bisseck che - vado a memoria - ha sulla coscienza errori gravi e determinanti nelle partite giocate contro Genoa, Udinese, Torino, Bologna e Lazio che sono costati all’Inter punti sanguinosi. Dopodiché, assieme a Marotta e ad Ausilio l’allenatore dovrebbe riflettere sull’altra faccia della medaglia degli instant team di cui l’Inter è da anni un magnifico prototipo italiano: perché se è vero che avere in squadra tanti giocatori di alto livello qualitativo, quindi esperti per non dire anziani, ti mette nelle condizioni di poter (aspirare a) vincere subito sfruttando la classe superiore dei tuoi campioni navigati, è altrettanto vero che la coperta diventa corta quando si tratta di correre e di tenere i 90 minuti", ha sottolineato il giornalista sportivo.

L'Inter del futuro? Meno classe, più corsa
—"La verità è che l’Inter è una squadra di classe media altissima ma vecchia; e forse bisognerebbe riequilibrare un po’ i due vasi comunicanti del tasso tecnico e dell’età. Un po’ di corsa e di fiato in più per un po’ di classe in meno. Tanto, non è che in giro - almeno in Serie A - se ne veda tanta", ha aggiunto Ziliani. E su Simone Inzaghi ha fatto una previsione, difendendo l'operato e il gioco del tecnico nerazzurro: "Morale della favola: adesso l’Inter è appesa alla Champions. Se da Monaco di Baviera, sabato 31 maggio, spedirà al suo popolo una cartolina festosa, i due gol di Pedro finiranno nel dimenticatoio (almeno fino al prossimo campionato); se invece la cartolina porterà cattive notizie, sappiamo tutti come andranno le cose: dieci mesi di bel calcio e di grandi partite verranno spazzati via e Simone Inzaghi, l’allenatore che ha fatto giocar bene l’Inter come mai in tutta la storia del club, verrà messo in croce. Noi siamo fatti così. Mi sembra già di sentirli (nel caso): volete Inzaghi o Barabba?".
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