"Sono lontani i tempi della vena gonfiata sul collo di Davide sotto la Nord, dei pantaloncini tirati giù un anno fa dopo il gol al Verona. Sfumano nella memoria anche le immagini più recenti, il pullman con due stelle su un fianco che a maggio attraversava l’oceano nerazzurro in città: Davide era lassù, rintontito dalla gioia scudetto. A vederlo così scontento adesso, sembra cambiato il mondo. Una sterzata veloce, come gli assalti della mezzala dalla curiosa doppia carriera: è insieme titolarissimo in Nazionale e riserva all’Inter. Nulla di strano, il vestito di Spalletti calza meglio, mentre in un gioco di combinazioni di alta qualità come quello di Simone, Davide fatica sempre un po’.
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Il malessere covava da tempo, l’ultima conversazione con l’allenatore sul tema risale a un mese fa circa, poi tutto è precipitato platealmente: gli è andata di traverso la panchina a sorpresa contro il Como prima di Natale, quando gli è stato preferito Barella appena tornato da infortunio. All’orizzonte, però, c’è una spremuta di impegni delicati, con Calhanoglu e Mkhitaryan fuori. In questo scenario, nessuna operazione in uscita è pensabile prima delle ultime due decisive sfide di Champions, contro Sparta Praga (22 gennaio) e Monaco (29)".
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