"Che è un po’ come dire: i big che hanno deluso a Monaco si sono guadagnati sul campo almeno la possibilità di riprovarci. Starà a loro ripartire la prossima stagione, rimotivarsi,. Mica facile. Ma nessuno ha voglia di arrendersi. E una prova, in questo senso, i dirigenti se la aspettano già dal prossimo Mondiale per club: certo, il torneo non sarà attraente come la Champions, ma per la società - statunitense - è una vetrina ritenuta importante per diversi motivi, non ultimo quello economico".
"C’è poi un ragionamento anche tecnico che è contenuto nell’indirizzo della società. Oaktree ha indicato l’esigenza di investire su profili giovani e non più su giocatori alla vigilia dell’ultimo contratto della loro vita. Ma i trofei si vincono, o comunque si inseguono, con un giusto mix, un equilibrio tra vecchi e giovani, tra esperti e ragazzi. Guai a cambiare troppo i riferimenti dello spogliatoio: i dirigenti nerazzurri sono sempre stati felici del comportamento del gruppo portante dell’Inter e questa dote non si può disperdere. Si ripartirà da Lautaro, allora. Che ha chiuso con una tristezza addosso enorme la sua miglior stagione di sempre in Champions: paradossale, eppur vero. E non saranno toccati - evidentemente - neppure Barella, Bastoni e Dimarco: i tre rappresentano il gruppo storico degli italiani, quelli che insieme a Darmian fanno da guida anche ai nuovi acquisti. La regia dell’Inter che verrà sarà ancora di Calhanoglu. E sì che qualche voce intorno al turco su possibili offerte dall’Arabia sono circolate. Ma non c’è voglia di stravolgere troppo, al netto delle solite proposte irrinunciabili, certo. L’Inter si tiene stretta chi l’ha portata fino a Monaco", chiude il quotidiano.
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