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Conte: “Mi avevano sconsigliato l’Inter ma è la mia sfida più grande. Restare a lungo? Dico che…”

Gianni Pampinella

"Chi sono gli allenatori a cui ruba di più o ammira di più?

«Ho preso di più dagli allenatori dei dilettanti. Gente che non aveva la possibilità di essere ammessa ai corsi di Coverciano ed era costretta a vincere i campionati per prendere il patentino. A inizio carriera sono partito con il 4-2-4 alla Juve, poi sono passato con la difesa a tre, un sistema molto più offensivo, perché attacchi in cinque. Al Chelsea ancora 4-2-4 all’inizio, poi Hazard, Willian e Pedro faticavano a coprire la fascia e sono andato a tre. L’idea va adattata ai giocatori. Il calcio lo vedo da studioso: rimodellare le idee, questo fa la differenza tra allenatori».

"Il calcio di oggi è più telecomandato: l’allenatore incide di più rispetto al passato?

«Lippi alla Juventus ha inciso in modo importante. L’allenatore dà mentalità e indirizzo, deve incidere. Sull’organizzazione c’è stata un’evoluzione. Il portiere è un giocatore aggiunto, se vuoi creare superiorità».

"L’Inter con lei finora ha sempre fatto circa 41 punti a girone. Nelle ultime sei partite c’è stata un’accelerazione. Cosa è cambiato?

«Siamo sempre stati in continuo cambiamento. Abbiamo iniziato con il 3-5-2, poi nella seconda parte della scorsa stagione siamo diventati più aggressivi e siamo arrivati secondi e in finale di Europa League. Un tecnico come Rangnick mi ha fatto i complimenti dicendo: “Mi piace vedere l’Inter, la trovo sofisticata”. Spesso si parla di calcio semplice, ma evidentemente si nota che c’è un’idea. Abbiamo ricominciato in quel modo, aggressivi. Forse abbiamo esagerato, gli altri avevano trovato le contromisure. Abbiamo trovato un equilibrio alternando fasi di aggressione ad altre di attesa: siamo diventati più compatti, quando attacchiamo facciamo male».

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"Dicono che Lukaku sia devastante solo in campo aperto.

«Troppo semplicistico dire che è bravo se ha campo. Mi auguro che lo lascino arrivare in area. Lukaku o Lautaro in area non credo siano una gioia per i difensori. Lukaku è un calciatore atipico nel mondo: è una prima punta e fa da target, è velocissimo, un giocatore da football americano. Lukaku è unico, mi viene da sorridere quando leggo che sia forte solo se ha campo libero».

"Più difficile trasmettere all’Inter la mentalità vincente o il suo gioco?

«È più difficile cambiare il chip mentale. Se per 10 anni non vinci ti abitui inconsciamente alla situazione, cerchi alibi o dai la colpa a qualcun altro, non vedi i tuoi limiti né i difetti. L’ambiente si impregna di questo, è importante lavorare non solo sui calciatori ma su ogni settore. Così alzi la pressione e diventi un rompiscatole. Questa è la differenza tra mentalità per vincere o per campare. Allenatori bravi ce ne sono tanti: penso a Luciano Spalletti. Lui è un tecnico molto bravo, che fa calcio. Il problema è riuscire a rompere determinati equilibri per indirizzare la barca dove ti hanno chiesto di portarla. Anche se qualcuno si può pentire di averti scelto».

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