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ESCLUSIVA Cauet: “Conte cambiato, c’è accordo con il club. Eriksen risorsa ma deve…”

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L'ex nerazzurro ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di FCINTER1908.IT dei temi caldi in casa Inter

Alessandro De Felice

Archiviato il successo al 'Ferraris' di Marassi contro il Genoa, per l'Inter è già tempo di tornare in campo per la seconda gara della fase a gironi di Champions League. Dopo il pari di mercoledì scorso a San Siro contro il Borussia Monchengladbach, i nerazzurri se la vedranno questa sera con lo Shakhtar Donetsk.

10 punti su 15 in campionato e il pari in Champions col Gladbach: come considera questo avvio di stagione dell'Inter?

"È una stagione un po' particolare. L'anno scorso l'Inter ha cambiato allenatore e sistema di gioco. La squadra ha avuto modo di lavorare e si sono visti i risultati con il secondo posto e la finale di Europa League. La società vuole fare ancora meglio ed ha cercato di migliorare la rosa. Dobbiamo pensare che l'Inter ha avuto una sola settimana di vacanza e questo è un fattore importante per quanto riguarda i nuovi arrivati. Rispetto agli altri anni, non si è potuto lavorare sui meccanismi.

Sono arrivati calciatori che hanno esperienza ma gli schemi di Conte devono essere assimilati. Servono tempo, allenamenti e partite per ottenere risultati ancora migliori. Secondo me questo è il motivo per cui è mancato qualcosa in questo inizio di stagione. La rosa è competitiva, Conte ha portato l'Inter in finale di Europa League e al secondo posto rispetto ai due quarti posti con Spalletti degli anni precedenti. Da quattro anni la società è tornata in certe posizioni di classifica e oggi può ambire allo scudetto".

Come giudica questo 'nuovo' Conte a livello della comunicazione? E come spiega questo cambio radicale?

"L'atteggiamento di Conte è strano e tutti l'hanno notato (ride, ndr). C'è una società, che dopo le uscite di Conte dell'anno scorso - non completamente comprese ma causate dalla voglia di vincere - ha dato alcune linee guida, che devono essere rispettate per evitare situazioni particolari a livello comunicativo. Oggi il tecnico non parla più di mercato perché deve farlo la società, che è a lavoro per accontentarlo. Il cambiamento di Conte è molto chiaro. Tutti devono andare nella stessa direzione. E la società è unita con allenatore, staff e dirigenza".

Troppi gol subiti: cosa è successo rispetto all'anno scorso? È d'accordo con la scelta di schierare calciatori con caratteristiche di spinta nel trio di difesa?

"Sicuramente Conte è stato penalizzato, come tutti, dalla situazione legata al Covid-19. Se hai un sistema che richiede giocatori specifici, quando ti mancano o sono in ritardo di condizione ti devi adattare a certe situazioni. Ci sono giocatori come D'Ambrosio, che è molto duttile e può ricoprire più ruoli come quello di centrale che di quinto nel 3-5-2. Ricordiamoci che solo Conte vede gli allenamenti e le condizioni dei suoi ragazzi. Il tecnico ha ben in mente quello che vuole fare ma a volte non può farlo perché gli mancano elementi e si deve adattare a certe situazioni al suo sistema. Nel caso di Perisic sappiamo che è un falso quinto perché è un attaccante e al Bayern Monaco ha vinto la Champions League nel tridente come attaccante esterno. C'è la volontà di adottare un certo sistema ma poi bisogna trovare la collocazione a tutti i calciatori. Penso che l'Inter stia lavorando bene e non appena recupererà alcuni giocatori le cose si aggiusteranno. Lo abbiamo visto l'anno scorso, con la squadra che è finita seconda e poteva anche ambire a qualcosa in più e vincere l'Europa League. Ha un sistema e quando i giocatori stanno bene fisicamente può ambire a traguardi importanti".

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Come spiega le disattenzioni di calciatori esperti come Kolarov e Vidal?

"Non credo che Conte sia stato 'tradito' ma si è trattato di situazione di gioco, che possono capitare a tutti e anche a giocatori esperti. La situazione di Kolarov è diversa da quella di Vidal perché non ha mai avuto Conte come allenatore. È appena arrivato dalla Roma e sta giocando in un ruolo diverso, che è capace di ricoprire; inoltre ha un buon piede ed esperienza. Può capitare di commettere un errore. È successo in un derby: dispiace a tutti, soprattutto a lui. I giocatori, quando sbagliano, sono i primi a sentirsi colpevoli. Si è trattato di una lettura sbagliata in una posizione diversa da quella che ha ricoperto solitamente. È più un problema di gestione del momento. Per quanto riguarda Vidal è un lottatore e capita di commettere errori. Conte lo conosce bene ed è uno che non si tira mai indietro. Qualche volta può succedere di sbagliare. Ma la prestazione (contro il Borussia Monchengladbach, ndr) è stata ottima".

Christian Eriksen è una risorsa o un problema per Conte?

"Il danese è un calciatore dell'Inter e fa parte di una rosa di 25 calciatori importanti che sono potenzialmente tutti titolari. Si sta mettendo a disposizione e sta cercando di capire come essere utile. Ha capacità tecniche e balistiche di un grande campione ma chiaramente in Italia c'è un'intensità diversa rispetto a quella dell'Inghilterra e a livello tattico vengono richieste cose che lui solitamente non fa. Il punto, secondo me, è che al Tottenham il gioco della squadra era molto incentrato su di lui, mentre all'Inter è diverso perché si fa un certo tipo di gioco collettivo.

Se prima i palloni arrivavano subito tra i suoi piedi ed era capace di trasformare l'azione da difensiva in offensiva molto velocemente, ora riceve la palla quando le difese avversarie sono schierate. Tocca a lui trovare il modo di aiutare i compagni. Ha tutte le doti per farlo ma deve cercare di entrare nel meccanismo e capire i suoi compagni per trovarsi pronto. Per Conte è sicuramente una risorsa".

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Torna la Champions: è già una partita da dentro o fuori per i nerazzurri?

"Quello dell'Inter è un gruppo abbastanza equilibrato. Il Real Madrid non è più quello di una volta e la vittoria dello Shakhtar Donetsk a Madrid non è favorevole all'Inter. Quella di stasera è una partita a rischio, anche se i nerazzurri hanno affrontato gli ucraini due mesi fa ed era andata piuttosto bene. È passato del tempo e negli avversari ci sarà la voglia di riscattarsi. Credo che per l'Inter non sia già una partita da dentro o fuori ma sarebbe meglio, in chiave qualificazione, conquistare i tre punti sul campo dello Shakhtar".

Inter e Juventus non corrono: quante squadre possono ambire allo scudetto e chi è la favorita?

"Sono sette le squadre in corsa per lo scudetto. Qualcuna è un po' più avanti, come Inter, Juve, Napoli e Milan. I rossoneri sono una squadra solida, i nerazzurri sono cresciuti negli ultimi tre anni e ogni stagione ha migliorato i risultati; la Juve sappiamo che è una squadra che fatica all'inizio, proprio come successo con Allegri, ma che poi è capace di vincere alla fine. Poi ci sono anche Roma, Lazio e Atalanta in corsa per il titolo. Chi riuscirà ad essere più continuo, così come chi sistemerà a difesa e subirà meno gol, potrà vincere. La cosa sicura è che non c'è più il dominio della Juventus. L'anno scorso i bianconeri hanno vinto più perché gli altri hanno mollato, mentre quest'anno hanno rifondato la squadra con calciatori giovani e bravi. Sarà un campionato molto aperto".

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