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Handanovic: “Infortunio alle spalle. Essere interista è orgoglio. Coronavirus? Sottovalutato”

Il capitano nerazzurro ha risposto sui social alle domande dei tifosi

Eva A. Provenzano

Ha lasciato l'Italia e tornerà come i suoi compagni all'estero a metà aprile. Samir Handanovic, capitano nerazzurro, ha risposto alle domande dei tifosi dell'Inter sui canali del club. Ecco cosa ha dichiarato durante la chiacchierata: «All'inizio secondo me tutti abbiamo pensato che era una cosa meno grave di quello che è ora l'abbiamo presa sotto gamba. Adesso penso che tutti siamo consapevoli di quanto sta succedendo. Ora seguiamo quello che ci dicono. C'è un poco di preoccupazione. Restare concentrati? E' difficile, ci si allena a casa facendo quello che si può e si vede qualche vecchio video. Ho visto qualche partita ma tengo per me quale ho visto. La responsabilità devono avercela tutti. Io ho avuto ottimi compagni nella carriera e ottimi esempi dai quali cercavo di vedere come bisogna comportarsi nei momenti difficili. Ho avuto esempi positivi nella carriera e sono contento se posso essere un esempio per gli altri, quindi ringrazio Dalbert». 

-Cosa significa per te essere capitano e cosa dici ai tuoi compagni in questo momento? 

E' un privilegio indossare la maglia dell'Inter e indossare la fascia. Anche con il passare del tempo resta una cosa di cui essere orgogliosi. Ai miei compagni dico di tenere duro, di sfruttare questi momenti in famiglia, di godersi altre cose e quando sarà il momento torneremo tutti insieme a battagliare. 

-State facendo meeting online? 

Sì, abbiamo i gruppi e anche i preparatori ci hanno mandato gli esercizi tramite video. Con internet ti puoi aggiornare. 

-Stai bene rispetto al tuo infortunio. 

Sì, sono passati due mesi ed è una cosa dimenticata. 

-Cosa ti ricordi della vittoria contro Empoli? 

Era un momento difficile, ci giocavamo tutto nell'ultima giornata, è stato bello ed emozionante. Io provvidenziale? E' una gara che fa piacere riviverla, ma non si vive di ricordi. 

-Come ti sentivi quando sei arrivato all'Inter? 

Come aver realizzato un sogno da bambino. Era la squadra top in Europa, era una felicità enorme e un motivo di orgoglio per me, una sfida personale. 

-La tua parata migliore con la maglia dell'Inter? 

Ce ne sono state tante che mi piacciono. Quella con più difficoltà e quella nel derby su Çalhanoğlu.

-C'è un momento che ricordi con più piacere nella tua esperienza all'Inter? 

La partita di due stagioni fa contro la Lazio. 

-Il sogno da realizzare con la maglia dell'Inter? 

Alzare trofei. 

-Passione oltre il calcio? 

Scacchi, libri, fare altri sport con amici o famiglia. 

-Portiere di riferimento all'Inter?

Julio Cesar perché l'ho visto nella mia epoca, l'ho visto giocare tante volte, degli altri ex Inter li ho visti giocare poco. 

-Che rapporto hai con gli altri due portieri nerazzurri? 

Molto bello, non solo da portieri, ma anche fuori dal campo e ci capiamo a volte anche senza parlarci. E' da tempo che giochiamo insieme, ormai. 

-Rigore parato preferito? 

E' sempre la prossima parata. 

-Che emozione si prova a stare sotto la Curva Nord durante le partite? 

Bello quando la curva è vicino. A inizio sentivo imbarazzo, ora mi sono abituato e mi fa piacere. A me piace avere la Curva vicino. 

-La tua routine giornaliera? 

Mi alleno come si può, lavoro di forza, c'è un po' meno palla. Mi invento qualcosa per questo momento, ancora mi posso muovere e quindi qualcosa faccio. La situazione qui a Lubiana non è ancora così drastica. A me piace molto di solito il centro della città, ci sono i bar dove bevevo il caffé mentre la città si sta ancora svegliando, vicino al fiume. 

-Sei mentalmente forte, come fai ad essere sempre pronto? 

E' una mia caratteristica ma anche la volontà si deve allenare. 

-Chi ti ha ispirato a diventare portiere? 

Guardando mio cugino, giocavo fuori e vedendo lui in porta ho provato anche io.

-Com'è stato il bacio di Skriniar dopo la tua parata contro l'Empoli?

Non lo so, è stata una cosa spontanea, sua però. 

-I tiri di quale giocatore sono stati finora i più difficili da parare? 

Sono tutti tiri difficili e un portiere non deve mai sottovalutarli. Perché se li sottovaluti rischi di sbagliare e spesso si sbagliano proprio i tiri che sembrano più facili. Non si sottovaluta nessuno, poi ci sono i tiri degli specialisti che magari sono i più pericolosi. 

-In Cina ti chiamano old father...

Bel soprannome, non mi piace solo old. Un mio amico diceva che una volta ero giovane e veloce e che adesso sono solo veloce. 

"Tenete duro, non uscite di casa, passerà tutto, torneremo alla vita normale. Un piccolo sforzo adesso e torneremo a vivere normalmente", l'ultimo messaggio ai tifosi nerazzurri.

(Fonte: inter tv)

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