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Difesa super, ma anche acciacchi e “pigrizia”: Inter, ecco come battere il Porto

Fabio Alampi

I portoghesi sono ancora imbattuti nel 2023, e hanno chiuso al primo posto il loro girone di Champions League

Vigilia di Champions League per l'Inter di Simone Inzaghi, che affronta domani a San Siro il Porto nell'andata degli ottavi di finale. Un avversario sicuramente ostico, che ha vinto il proprio girone davanti a Club Brugge, Bayer Leverkusen e Atletico Madrid, che non perde in gare ufficiali da 4 mesi e che ha incassato solamente 2 reti in tutto il 2023. Un ostacolo duro ma non impossibile per i nerazzurri, e La Gazzetta dello Sport spiega il perchè.

Problemi di formazione

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"Il tecnico portoghese deve fronteggiare una serie di infortuni in vista della sfida di San Siro. Evanilson, Cardoso, Veron e Meixedo non saranno della partita. Inoltre, le condizioni di Uribe e Galeno tengono in apprensione: dovranno essere valutati nelle prossime ore ma è molto più probabile che non riescano a partire con il resto della squadra. Alla lista dei possibili indisponibili si aggiunge anche Martinez, match winner dell'ultima gara contro il Rio Ave, che nel finale di partita è stato sostituito per un problema fisico".

Come colpire il Porto

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"Il Porto è una squadra che punta molto sull'organizzazione in fase di non possesso, per quanto riguarda il pressing e le distanze cortissime tra i reparti. Tuttavia, non sempre questo tipo di movimenti avviene in modo coordinato quando si verifica una transizione e questo può essere un punto debole da sfruttare per l'Inter. Nello specifico, capita piuttosto spesso che gli esterni alti non ripieghino in tempo e che quindi la linea di difesa sia facilmente attaccabile con giocatori che agiscono molto larghi e sanno farsi trovare pronti quando c'è da offendere.

[...] Un'altra situazione favorevole può essere rappresentata dal veloce ribaltamento di fronte quando si interrompe l'azione offensiva del Porto. La formazione di Conceiçao ricerca un fraseggio molto fitto per liberare gli uomini alla conclusione e questo richiede un certo numero di calciatori molto vicini per approfittare degli spazi creati dalla superiorità numerica".