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Inter, Conte tradito e senza alibi: la regola d’oro non gli è ancora chiara

L'analisi di Fcinter1908.it dopo Inter-Real Madrid di ieri sera

Daniele Vitiello

Niente da fare. L'allarme scattato contro il Torino non è bastato all'Inter per scendere in campo con la giusta mentalità contro il Real Madrid. Appena tre giorni dopo la sfida con i granata e il monito di Lukaku al resto dello spogliatoio, i nerazzurri sono riusciti a fare addirittura peggio. Sono bastati 33' per concedere agli spagnoli un gol e la superiorità numerica. Doppio cadeau non richiesto che ha compromesso la gara e molto probabilmente anche il passaggio del turno in un girone che per il valore dell'Inter non ammette alibi. La matematica non condanna, ma con la mano sul cuore Handanovic e compagni sanno di aver fatto ben poco per meritare di avanzare nella competizione.

Getty Images

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La ripresa, sulla falsariga del primo tempo, è stata uno strazio per chi ha il nerazzurro nel cuore. Fortuna che nessuno aveva avuto la possibilità di acquistare il biglietto, altrimenti ci sarebbero stati gli estremi per chiedere il rimborso. Con le tribune piene sarebbero fioccati fischi e questo probabilmente sarebbe stato un bene. La contestazione avrebbe forse ricordato ai calciatori in campo la forte responsabilità nei confronti dei tifosi.

REGOLA D'ORO - Sarebbe stata anche occasione per ricordare ad Antonio Conte che nessuno - lui incluso - viene prima dell'Inter. Regola d'oro che il tecnico, inserendo ancora una volta Eriksen a ridosso del triplice fischio, sembra aver non assimilato. Filosofia, dogmi, spigoli caratteriali e problemi personali non devono essere anteposti al bene della squadra. Vista la carenza di personalità, qualità ed esperienza in campo, si fatica ad intercettare la necessità di tenere in panchina il danese fino all'86' per poi esporlo ad una nuova pesante umiliazione.

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