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ESCLUSIVA Luca Bastoni: “Inter il sogno incredibile di Ale. Conte ha avuto ragione quando…”

Daniele Vitiello

Piadena-Zingonia sono circa 100 chilometri. Da affrontare, ovviamente andata-ritorno circa tre volte a settimana. Non esattamente una passeggiata, ma un sacrificio davanti al quale la famiglia Bastoni non ha esitato minimamente: “La chiamata dell’Atalanta ci spiazzò perché portò alla riorganizzazione della routine dell’intera famiglia. Mio padre, grazie al suo lavoro, è riuscito ad organizzarsi per accompagnarlo fino a quando l’Atalanta non ha offerto il servizio pulmino che ci è stato tanto caro (sorride, ndr). In quegli anni ha stretto un grande rapporto con tanti ragazzi. Tra questi Latte Lath, che ha condiviso con lui gran parte del percorso e col quale spesso abbiamo viaggiato in auto cantando. A diciassette anni è entrato nel convitto a Bergamo ed è stata la prima prova lontano da casa”.

Poi il debutto in Serie A, ulteriore tassello di un percorso di crescita naturale: “Qualcosa che ricorderemo per sempre, ancora oggi mi viene una scossa a parlarne. “Gioco titolare”, ci scrisse in un messaggio all’improvviso alla vigilia. Io ero in trasferta con la mia squadra, purtroppo non riuscì ad andare. Mio padre e altri amici del paese organizzarono ed in pochissimo tempo andarono a Bergamo per una partita, contro la Sampdoria, nella quale Alessandro riuscì subito a mettere in mostra alcune delle sue doti. Ricorderò sempre, ad esempio, un dribbling su Muriel con la suola sul pallone, sintomo della sicurezza che ha chi è diverso dagli altri”.

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