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Lukaku: “Volevo solo l’Inter. Scudetto? Ci credo. Dopo lo Slavia Conte davanti a tutti mi…”

Marco Macca

Le parole dell'attaccante dell'Inter

Una lunga intervista per raccontare i suoi giorni in casa, nel mezzo dell'emergenza coronavirus che sta affliggendo l'Italia, ma anche per raccontare curiosi aneddoti tra passato e presente. Nel mondo Inter, e nel mondo Conte. Intervistato da Ian Wright, ex attaccante dell'Arsenal e oggi apprezzato commentatore sportivo, Romelu Lukaku si è raccontato così:

QUARANTENA - "Da quanto sono in quarantena? Nove giorni. Ho fatto in modo di procurarmi una bici da camera. Ho chiesto nella chat di squadra chi avesse una cyclette. Dopo due ore hanno portato una bicicletta a tutti. Tutti i giocatori qui vivono nel centro di Milano. Mi manca la vita di tutti i giorni: stare con mia mamma, stare con mio figlio, anche con mio fratello. E' difficile, perché non puoi avere contatti con gli altri. Mi manca allenarmi e giocare di fronte ai miei tifosi. Ora inizi ad apprezzare quello che hai. Sono un ragazzo fortunato. Tu (Wright, ndr) conosci il mio passato: questi giorni mi stanno riportando indietro a quando ero bambino. Bisogna stare attenti, potrebbe capitare di toccare qualcuno che ha il virus e poi tornare a casa. Mia mamma ha il diabete, quindi non posso nemmeno andare a casa e toccarla. Mia mamma non va nemmeno andando fuori ora, fa solo una passeggiata per l'isolato e poi rientra subito a casa".

ALIMENTAZIONE - "Sto con il mio fisioterapista. Mi portano il cibo ogni giorno dal centro d'allenamento. A pranzo mangio soprattutto pesce e verdure".

MANCHESTER UNITED - "E' stata una delle stagioni peggiori della mia carriera. Dovevo prendere una decisione per me, per ampliare la mia conoscenza del gioco e giocare per qualcuno che mi volesse realmente. Solskjaer voleva che rimanessi, ma ormai la mia storia lì era finita. Alla fine, comunque, è stato un uomo e mi aiutato ad andare via. Lo United ora sta ottenendo buoni risultati, con i giocatori giusti. Solskjaer sta facendo un buon lavoro. Non avrei mai voluto mancare di rispetto allo United o a qualsiasi altro club in cui ho giocato in Inghilterra".

INTER - "Sono stato vicino molto vicino alla Juventus, ma la mia mente è sempre stata all'Inter e al suo allenatore. I nerazzurri erano la mia squadra preferita da bambino, Adriano, Ronaldo, Christian Vieri, con il quale ora ho un ottimo rapporto. Conte mi voleva già al Chelsea, non ho mai avuto dubbi e fin da quando sono arrivato mi sono concentrato sull'allenamento e sul ritorno alla forma migliore. L'allenamento qui è molto diverso. Lavoro duramente".

SQUADRA - "Anche Young qui è felicissimo. Qui in Italia si guarda molto allo spirito di squadra. Facciamo 2-3 cene di squadra ogni due settimane e non manca mai nessuno. C'è sempre qualcuno che si offre di pagare. Se guardi come giochiamo, ti accorgi che siamo la squadra più aggressiva e tosta del campionato. Questo è per l'allenatore, che ci spinge sempre a giocare in questo modo, a pressare. E' questione di mentalità. Lo scudetto? La mia mente è lì fino a quando la matematica non dirà il contrario. Anche con una piccola speranza, devi continuare a crederci. Abbiamo perso contro la Lazio, è vero. Il problema in questa stagione è che non abbiamo approfittato delle sconfitte della Juventus".

POSIZIONE - "Per Conte è molto importante la mia posizione in qualità di attaccante. Nei giorni successivi alle partite, abbiamo una sessione video. Il primo tempo lo guardiamo il lunedì, il secondo tempo il martedì. Non si può certo dormire, perché Conte ti becca. I tuoi errori li mette in evidenza davanti a tutti. Con me lo ha fatto dopo il match contro lo Slavia Praga, per cinque minuti ha parlato di quando un difensore alto come Cesar Azpilicueta ha vinto un duello contro di me e ha festeggiato per cinque minuti come dopo un gol, martellandomi davanti a tutti. Fu la prima volta che mi successe in dieci anni di carriera, in quel momento o reagisci e inizi a giocare bene oppure ti butti giù, io però non potevo essere così infantile e ho continuato a lavorare. Qualche giorno dopo giocammo contro il Milan e lì feci una delle migliori partite della stagione. Ho fatto quello step mentale dopo quelle critiche davanti a tutti".