00:36 min

copertina

L’Inter studia la ricetta anti-Juve. Inzaghi batterà su un tasto in particolare

Andrea Della Sala

La vittoria con lo Sheriff ha ridato entusiasmo all'Inter, ma ora arriva la Juventus e non si può concedere tanto ai bianconeri

La vittoria in Champions contro lo Sheriff ha ridato entusiasmo in casa Inter, dopo la bruciante sconfitta in casa della Lazio. I tre punti di martedì hanno anche ridato speranze di passaggio del turno alla banda di Inzaghi che ora è chiamata alla prova Juve.

"Che la macchina Inter sia a trazione anteriore, l’hanno ormai capito tutti. Tutti, sì. Anche gli avversari. Tanto che Simone Inzaghi, dopo lo Sheriff, è andato dritto al cuore del problema: «Dobbiamo migliorare. Soprattutto, dobbiamo capire quando attaccare, perché abbiamo preso delle ripartenze pericolose». È il Problema con la P maiuscola. La macchina da guerra corre gioiosamente in avanti, ma cosa accade quando di fronte capitano avversari che delle ripartenze fanno un credo? Bruno Souza e Traore sono onesti e interessanti mestieranti provenienti dalla Transnistria. Domenica però a San Siro arriva la squadra laureata in contropiede, con l’allenatore che potrebbe scrivere un trattato scientifico sul tema. La Juventus, questa ultima Juventus, fa del baricentro basso e dell’attacco negli spazi la sua religione. Di qua c’è Inzaghi che dice «dobbiamo capire che le partite si possono vincere anche 1-0», di là c’è chi all’1-0 s’è abituato per bene (ieri sera l’ultimo esempio)", spiega La Gazzetta dello Sport.

"E allora serve qualche modifica, qualche correzione all’ingranaggio, negli uomini e nei movimenti. Non è sfuggito due giorni fa a San Siro come il vice di Inzaghi, Massimiliano Farris, dopo il gol del 2-1 si sia sbracciato con i giocatori dell’Inter, chiedendo calma, ragionamento, senza la continua ricerca di ritmi alti. Ecco, è questo il primo tasto su cui batterà Inzaghi da oggi (ieri giornata di riposo ad Appiano). La gestione del pallone: è qui che deve crescere l’Inter. Martedì qualcosa si è visto, ma solo nella parte finale, solo dopo il 3-1, quando anche gli avversari avevano ormai mollato la presa. L’Inter, dall’inizio della stagione a oggi, è sempre parsa una squadra obbligata ad andare a mille all’ora, alla continua ricerca dell’area avversaria. Se è vero che Inzaghi chiede una partecipazione offensiva a tutti i suoi uomini, lo è altrettanto che l’allenatore domandi ai suoi di saper riconoscere i momenti della partita, quando è giusto rischiare e quando invece meno. Perché anche l’Inter ha giocatori in grado di far male all’avversario in contropiede. E ogni tanto non sarebbe male sfruttare quest’arma. La Lazio di Inzaghi, nelle sue migliori espressioni, era formazione che sapeva alternare possesso palla con i piedi buoni a centrocampo e invece baricentro più basso e attacco alla profondità con Immobile-Correa. All’Inter questo mix manca ancora", analizza il quotidiano.