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Lukaku e Ibrahimovic, leader agli antipodi: il derby incorona il nuovo Signore di Milano

Inter e Milan si aggrappano ai propri bomber

Fabio Alampi

Simili per fisicità, leadership, capacità di prendersi la squadra sulle spalle, eppure così diversi: il derby di Milano sarà anche la sfida tra Romalu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic. Inter e Milan si aggrappano ai propri bomber, chiamati a una serata da protagonisti per trascinare i compagni verso la vittoria del derby. La Gazzetta dello Sport presenta così il duello: "Questa sera a San Siro, ore 20.45, è annunciata la collisione tra due mondi lontani: l'attaccante che più si sente vicino al cielo, contro il centravanti che sprigiona forza e umanità. Il derby non sarà mai riducibile a una sfida individuale, ma la copertina è tutta loro: Romelu Lukaku contro Zlatan Ibrahimovic, perché sono i giocatori che più hanno marchiato le rispettive squadre".

GIGANTE BUONO - "Nel sorprendente campionato dell'Inter pesano i 16 gol di Lukaku, che ha cominciato subito, fin dalla prima giornata. Ma ancora più dei gol (20 stagionali) hanno pesato le prestazioni, l'esempio, l'impegno. C'era una volta Mauro Icardi che coincideva con i suoi gol. Ne ha segnati una montagna, meritando affetto e gratitudine. Ma se non segnava, faticava a rendersi utile. Big Rom ha aperto una nuova stagione fatta di corse lunghe, pressing, recuperi difensivi e movimento perpetuo. Una generosità seducente, a prescindere dai palloni in rete. Icardi, con l'aiuto della consorte, aveva contribuito a dilaniare lo spogliatoio. Lukaku con sudore, inchini, sorrisi e rigori regalati, si è impegnato a ricostruire. Il Gigante Buono ha trascinato il popolo, ma anche la squadra. La sua forza straripante è diventata un rifugio per reduci da stagioni avvilenti, pieni di paure. Un fratello maggiore che ti difende dai bulli della classe".

SOLDATO - "Ibra ha trasfigurato il Milan ancora di più. E' diventato il nuovo coraggio del Diavolo. Ibra è un soldato di ventura. Ha vestito e baciato tante maglie. Quando si spoglia per esultare mostra la più credibile: la sua pelle. Dopo i 5 gol presi a Bergamo, il Milan era l'Armata Brancaleone, sprofondata a 14 punti dal quarto posto. In sole 4 partite il condottiero Ibra ha dimezzato lo scarto e portato il suo ultimo esercito in semifinale di Coppa Itala. Non c'è milanista che non l'abbia detto almeno una volta: «Con Zlatan ci sentiamo più forti». Pioli ha spiegato subito l'unicità di Ibra e anche ieri l'ha ritirato in ballo: «Nel derby voglio un Milan con la faccia di Ibra». Non c'è squadra che sia tanto dipendente da un giocatore solo".

AGLI ANTIPODI - "Altra differenza tra due mondi lontani: Lukaku vive per la squadra; la squadra per Ibra. Conte ha cambiato Romelu. Pioli è stato cambiato da Zlatan. Il gran lavoro fisico, tattico e tecnico di Conte ha trasformato Lukaku in un altro giocatore, molto più forte e disciplinato. Arrivato Ibra, Pioli ha buttato via i vecchi equilibri trovati faticosamente con la difesa a 3 e mezzo e ha rivestito il Milan sulle spalle dello svedese: 4-4-2".

SIMBOLI DI MILANO - "A loro modo rappresentano Milano. Zlatan, affilato e mistico, è il Duomo; Romelu, solido e umano, è il Castello Sforzesco. Ibra ha la teatralità di un Ranzani, la genialità del design milanese e l'autostima della capitale di moda e finanza. Lukaku riflette la laboriosità delle periferie e il «coeur in man» delle antiche famiglie nobili. Lo svedese avrà accanto Calha, rianimato dagli ultimi gol; il belga attende la magia di Eriksen, arrivato nonostante pronostici funesti. Tutto esurito, oltre 5 milioni d'incasso. E' un derby solo da vincere. L'Inter per la vetta, il Milan per rispondere al Bologna e risalire. Un pari serve a poco. Stanotte Milano elegge il suo nuovo Signore".

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