La difesa
—Il reparto difensivo nerazzurro per lunghi tratti è stato il migliore dell’intera Champions e in una finale, in cui qualsiasi pallone pesa tantissimo, potrà giocare un ruolo chiave nel mettere un freno alle scorribande offensive del Psg. Uno degli osservati speciali sarà Pavard, che ha saltato la semifinale con il Barcellona e non gioca in assoluto da un mese, anche se è pronto a mettere sul tavolo la sua esperienza in materia e quella Champions già vinta con il Bayern nella stagione 2019/20. L’altro braccetto, sulla sinistra, sarà una garanzia come Bastoni mentre al centro molto ruoterà attorno alla partita di Acerbi, chiamato a fronteggiare un attaccante di movimento come Dembelè. Il francese proprio per le sue caratteristiche potrebbe farlo soffrire, ma il difensore interista ha imparato la lezione con Ferran Torres ed è pronto a replicare il trattamento.
La linea di centrocampo a 5
—Nell’Inter di Inzaghi storicamente si tratta del reparto in grado di offrire le migliori garanzie, con il trio composto da Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan che nelle partite più importanti è sempre stato all’altezza delle aspettative. Anche sabato sera avranno un ruolo chiave nella doppia fase, schermando la difesa e potenziando il carico offensivo. A tutti e tre Inzaghi chiederà la massima brillantezza e se durante la stagione Barella è stato quello più continuo, Mkhitaryan e Calhanoglu hanno superato a dovere qualche momento di appannamento, dovuto soprattutto agli infortuni per quanto riguarda il turco. Sugli esterni saranno altrettanto importanti le prestazioni di Dumfries e Dimarco, chiamati sulle rispettive corsie a ribaltare il confronto con i doppi esterni del Psg. Con 11 reti già all’attivo, l’olandese può essere l’arma in più per far male agli avversari.
No dubbi in attacco
—A proposito di gol, questo sarà l’obiettivo principale della coppia d’attacco titolare che si ricompone. Lautaro e Thuram vantano già 40 gol in due in stagione e il loro affiatamento potrà tornare utile nel cercarsi e trovarsi a memoria. Se il francese in questo 2025 ha brillato solo grazie a qualche lampo estemporaneo, la potenziale criticità riguarda la condizione fisica del Toro che tornerà a giocare dopo 25 giorni. L’argentino deve smaltire la ruggine, la sua tenuta andrà valutata a gara in corso, ma la sua capacità di rientrare dagli infortuni è ormai un caso di scuola e per una gara del genere non servono certo motivazioni speciali", si legge.
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