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Giocare un Mondiale U20 non capita a tutti. Farlo dall'altra parte del mondo, in Corea del Sud, e da sotto età, aggiunge ulteriore valore a un'esperienza che ti porterai dietro per tutta la vita. È quanto successo a Giuseppe Scalera, terzino destro titolare di quell'Italia che venne eliminata solamente in semifinale dall'Inghilterra, squadra futura vincitrice del torneo e che poteva contare su elementi del calibro di Solanke, Tomori e Lookman, prima che decidesse di rappresentare la Nigeria.
Appesi gli scarpini al chiodo e intrapresa una carriera da collaboratore tecnico, l'ex Bari e Fiorentina racconta ai microfoni di Fcinter1908 alcuni ricordi di quella manifestazione: "Anche oggi, dopo quasi 10 anni da quell'esperienza, la ricordo ancora come probabilmente la migliore della mia carriera da calciatore. Ho avuto l'onore e il piacere di giocare con grandi attuali campioni, in strutture, campi e territori che per me erano solo un sogno. Abbiamo anche sfiorato l'impresa".
Partecipasti a quel Mondiale da sotto età...
"Fu una chiamata anche inaspettata, in quello stesso anno ho avuto la possibilità di giocare l'Europeo U19 con i miei coetanei, pensavo di aver finito la stagione. Poi arrivò quella chiamata e la colsi al volo, ritagliandomi anche uno spazio importante".
8 giugno 2017, semifinale del Mondiale U20: scendi in campo da titolare, dalla tua parte gira un certo Ademola Lookman. Che ricordi hai di quella sfida?
"I giocatori che più mi impressionarono a quel Mondiale furono Saint-Maximin della Francia e proprio Lookman: era pazzesco, soprattutto nei primi passi, per la qualità del controllo palla. Aveva tutto, giocava già all'Everton, e quella era la grande differenza con noi: loro giocavano quasi tutti in campionati professionistici, noi eravamo in tanti ancora in Primavera. La qualità espressa in velocità da Lookman era qualcosa di fuori dalla norma. Poi si è confermato e lo sta facendo tutt'ora".
Lookman potrebbe ora finire all'Inter, dove ritroverebbe Barella e Dimarco, tuoi ex compagni di Nazionale.
"Credo che il reparto offensivo dell'Inter sia uno dei migliori al mondo. Con Lookman si potrebbe davvero ambire a qualcosa di importante, potrebbe essere il completamento ideale. Barella e Dimarco? Sono ormai due calciatori mondiali. Barella è un centrocampista completo, lo considero tra i migliori 5 al mondo. Dimarco è un treno sulla fascia. In quel Mondiale Barella lo conoscevo solo di nome, nel girone tenne in piedi il centrocampo quasi da solo: purtroppo poi si fece male e non abbiamo più potuto contare su di lui. Dimarco, invece, ci portò in semifinale con una punizione da 40 quasi metri. Due giocatori che fanno la differenza".
In quella squadra giocavano anche elementi come Orsolini, Mandragora o Pessina, oggi protagonisti in Serie A. C'era un tuo compagno sul quale avresti scommesso a occhi chiusi?
"Uno su tutti, e ci avrei scommesso già a 16 anni: il mitico Gigio Donnarumma, che infatti poco dopo esordì in Serie A. Qualità tecniche, fisiche, ma soprattutto grandissime qualità umane: quando uno è forte è facile vederlo, lo riconosci subito come un leader. Lui, oltre ad avere tutte queste caratteristiche come calciatore, è una persona eccezionale, e non a caso ha fatto il salto di qualità".
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