esclusive

ESCLUSIVA Montanari: “Addio Suning si spiega solo in un modo. Inter, cosa cambia per lo stadio”

Marco Macca

Veniamo alla questione stadio. Lei sta seguendo direttamente il dossier. A che punto siamo? Dobbiamo aspettarci degli imprevisti?

Dal punto di vista politico, non credo, nonostante ci siano le elezioni amministrative in primavera (con, tra l'altro, Sala, che si è sempre detto favorevole allo stadio, favorito per la riconferma). L'unica cosa da capire è il destino di San Siro.

Dobbiamo aspettarci che il sì definitivo arrivi a fine 2021 dalla nuova giunta comunale? Ci sono possibilità che ciò non avvenga?

Non credo che prima delle elezioni ci saranno grossi sviluppi. Penso che alla fine si arrivi a settembre per il parere definitivo del Comune. In primavera ci saranno le elezioni, poi dovrà insediarsi la nuova giunta. Anche se dovesse essere confermata quella attuale, probabile che arrivi un piccolo rimpasto. Vorranno studiare il dossier, anche se è arcinoto. Il tema è che, visto che Inter e Milan dovranno spendere 650 milioni di euro in un momento delicato come questo solo per l'impianto, la Giunta forse vorrà delle garanzie dall'eventuale nuovo proprietario. Non stravolgerà il progetto, ma potrebbe allungare i tempi. Successivamente, servirà il via libero della Regione. Dunque, prima di novembre-dicembre l'ok definitivo non arriverà. Può essere che, tra nuove elezioni e problema covid, si slitti al primo trimestre del 2022. Ma sicuramente lo stadio si farà, ed è anche logico che in una città come Milano, dove la burocrazia è meno penetrante rispetto a realtà come Roma, in tre anni si possa costruire. Quindi, dovrebbe essere pronto per il 2025. Importante, però, è sottolineare il ruolo che avranno sia il partner immobiliare che gestirà il tutto, sia chi metterà i soldi per tutto il resto. Nessuno metterà i soldi per lo stadio se tutt'intorno non ci saranno tutte quelle attività che generano reddito. I ricavi di negozi, ristoranti, bar, cinema, alberghi sono nettamente superiori a quelli dello stadio in sé. Bisogna trovare un costruttore, che potrebbe essere WeBuild, e poi un partner immobiliare che gestisca tutte le procedure tecniche e burocratiche. Senza trascurare il fatto che, nell'area dell'ex trotto, verrà costruito un migliaio di appartamenti. E' un processo che prevede più interventi.

Il tema grosso è capitale l'impatto del covid nell'economia reale, soprattutto nella parte retail. Non sappiamo, una volta che tutto verrà riaperto, il volume di questa riapertura e il suo flusso economico, che potrebbe essere inferiore a quello che abbiamo avuto fino al 2019. I ricavi da stadio sono tutti da valutare. I più importanti sono quelli dei naming rights, ma lì dovranno essere suddivisi tra Milan e Inter. Bisogna stimolare tutta la parte extracalcio, perché uno stadio genera soldi se vive 7 giorni su 7. E' vero anche che Inter e Milan hanno tifosi in tutto il mondo e che Milano è una città appetibile anche per i concerti. In Italia, per i ricavi da stadio, l'unico esempio lampante è quello della Juventus. E i frutti non sono stati quelli sperati. Sarà che Torino è più piccola, che lo stadio è in una zona periferica, ma il reale impatto di uno stadio è tutto da dimostrare. Sicuramente, Inter e Milan gioveranno dell'appeal maggiore di Milano e del fatto che San Siro è ben collegato rispetto ad altri impianti. Ma non è comunque un discorso facile. Il covid causerà una revisione dei contratti con gli sponsor. E' un fattore che va tenuto sotto osservatore.

La possibilità che il nuovo impianto non venga costruito a Milano ma in altre località come, per esempio, Sesto San Giovanni è da accantonare definitivamente? Oppure viste le lungaggini della burocrazia è un'ipotesi ancora aperta?

E' una porta che non aprirei. Si potrebbe aprire teoricamente ove mai Inter e Milan decidessero di avere uno stadio di proprietà a testa, e non mi sembra questa la strada visti i costi. Entrambe non mi sembrano interessate. Sicuramente i proprietari di terreni di Sesto San Giovanni avevano provato in passato a portare lo stadio lì, ma anche il Comune di Milano spingeva per altre zone di proprietà. Ma mi sembra di poter dire che, con la procedura avviata in Comune e i master plan presentati, lasciare l'area di San Siro e andare altrove sarebbe sbagliato. Vorrebbe dire ripartire da zero.

E' quello di Populous il progetto favorito?

Difficile dirlo. San Siro? Per me, non ha senso tenere in piedi uno stadio vecchio di fronte alla costruzione di uno stadio nuovo. Economicamente non è vantaggioso, perché vanno gestiti e tenuti e questo sarebbe a carico del Comune. Anche in caso di concerti, con un impianto proprio che vuole avere vita propria dopo gli investimenti delle due società, c'è il rischio che a San Siro rimanga nulla. Io lo abbatterei. Sarebbe la cosa più logica. Non è questione di cuore. Se costruisci un grattacielo nuovo, quello vecchio lo abbatti perché tutti vorranno andare in quello nuovo. Altre soluzioni non vedo: altri eventi come il calcio femminile, le partite della Primavera, il rugby non riempirebbero lo stadio di San Siro. Tenerlo lì per aprirlo poche volte in un anno sarebbe molto onero

tutte le notizie di

Potresti esserti perso