Francesco Acerbi è uno che sa come riprendersi la vita in mano. Ma anche una partita di calcio, che poi in fondo sono la stessa cosa. Il gol segnato al 93' contro il Barcellona è la fotografia del calciatore e dell'uomo che è diventato. Un giocatore che non si arrende mai e che quando cade, sa come rialzarsi. Non c'è nulla di semplice in tutto questo, ma Acerbi ha imparato tante lezioni nella sua vita. Senza sprecarne nessuna. Lo racconta ai microfoni di Gianlucadimarzio.com e la moglie Claudia Scarpari. “Quell’azione è stata molto più di un gol. Per me, per noi, è stato il simbolo di tutto ciò che ha superato.. è stato come vederlo volare sopra ogni difficoltà, ogni critica, ogni momento buio. In quell’esultanza c’era tutto: sacrificio, forza, orgoglio. È un’immagine che porteremo nel cuore per sempre. Se mi dovessi mai fare un tatuaggio potrei farmi quello”, sottolinea Claudia a proposito dell'esplosione di gioia dopo il gol contro i catalani in Champions League.
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La moglie di Acerbi: “Il gol al 93′? Avrei festeggiato tutta la notte. Per noi è stato come…”
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Nella vita come nel calcio rinascere è una qualità preziosa: “Mi ha parlato spesso di quanto fosse stato bello riprendersi la vita in mano. Avete presente il detto ‘non è importante quante volte cadi, ma quante volte ti rialzi’? Lui ne è la rappresentazione più autentica. Prima della malattia aveva pensato di smettere, ma è sempre rimasto solo un pensiero in un periodo difficile. Senza il calcio non potrebbe vivere”.
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