Intervistato dal Corriere dello Sport, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha parlato del problemi stadi in Italia. Per il Ministro con il commissario per gli stadi gli iter saranno più veloci. "Abbiamo previsto ampi poteri per pianificare, coordinare e realizzare gli interventi. Potrà definire piani di intervento approvati dal governo, agire con poteri sostitutivi e in deroga a molte leggi, escluse le norme penali, antimafia e quelle derivanti dai vincoli europei, oltre a rilasciare un’autorizzazione unica che sostituisca tutti i permessi previsti, consentendo anche espropri. Potrà nominare sub-commissari, sostituirsi agli enti inadempienti e avvalersi della nostra società Sport e Salute, anche come centrale di committenza".

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Abodi: “Con il commissario per gli stadi iter più veloci e meno burocrazia. Abbiamo previsto…”
In che modo il governo misurerà il suo operato?
—«Sull’attuazione del programma che presenterà e sulla capacità di fare in modo che si aprano e si chiudano i cantieri, producendo l’effetto di una nuova generazione di stadi al centro di interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana».
In Italia c’è già una legge sugli stadi. Quali sono i suoi limiti e perché in questi anni non ha favorito la costruzione di nuovi impianti?
«La legge, varata dodici anni fa e migliorata a più riprese, non incide sulle volontà, la determinazione, le capacità di operare e collaborare dei club e delle amministrazioni comunali. Pur rappresentando storie diverse, Juventus, Udinese e Atalanta hanno dimostrato che chi ha voluto e saputo fare, ha portato a casa il risultato. Io negli ultimi due anni ho reso più efficaci le norme prevedendo che le compensazioni commerciali e industriali fossero delocalizzabili rispetto allo stadio, naturalmente nello stesso comune, e ho previsto il riconoscimento degli stadi come infrastrutture strategiche nazionali, con tutti gli affetti positivi di questo status».
E i fondi?
«Il Commissario potrà contare sul Fondo Equity che verrà costituito a breve, di concerto con il MEF e anche con il MIT, con una base iniziale di almeno 150 milioni, al quale concorreranno anche altri soggetti e farà parte di un portafoglio di strumenti a beneficio dei piani economico-finanziari delle iniziative pubblico-private».
L’Italia porterà 5 stadi a Euro 2032. Due sono già pronti (Roma e Torino), uno è finanziato coi fondi del PNRR (Firenze). È una rivoluzione parziale. Non doveva essere un’occasione per cambiare il volto infrastrutturale del Paese?
—«Per l’Olimpico Sport e Salute ha previsto significativi investimenti per un piano di ulteriore qualificazione già presentato, con grandi apprezzamenti, anche alla UEFA e alla FIGC. Lo stadio della Juventus va già bene così, dopodiché gli altri tre stadi saranno scelti dalla Federazione e proposti a ottobre 2026 dopo una vera e propria competizione tra Firenze, che ha già il cantiere aperto su impulso dell’amministrazione, Milano, Bologna, Cagliari, Napoli, Salerno e Palermo che hanno progetti in movimento. Hanno manifestato interesse a Euro 2032 anche Genova, Verona e Bari. Inoltre, fuori dalla selezione, ci sono gli stadi di Venezia, del quale è stato aperto il cantiere la settimana scorsa, Empoli, dove si è esaurita la prima fase dell’iter amministrativo, mentre si sta muovendo la progettualità a Como. Mi sembra un bel cambio di passo, non vi pare?».
(Corriere dello Sport)
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