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Abodi: “Con il commissario per gli stadi iter più veloci e meno burocrazia. Abbiamo previsto…”

Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 
Per il Ministro con il commissario per gli stadi gli iter saranno più veloci

Intervistato dal Corriere dello Sport, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha parlato del problemi stadi in Italia. Per il Ministro con il commissario per gli stadi gli iter saranno più veloci. "Abbiamo previsto ampi poteri per pianificare, coordinare e realizzare gli interventi. Potrà definire piani di intervento approvati dal governo, agire con poteri sostitutivi e in deroga a molte leggi, escluse le norme penali, antimafia e quelle derivanti dai vincoli europei, oltre a rilasciare un’autorizzazione unica che sostituisca tutti i permessi previsti, consentendo anche espropri. Potrà nominare sub-commissari, sostituirsi agli enti inadempienti e avvalersi della nostra società Sport e Salute, anche come centrale di committenza".

In che modo il governo misurerà il suo operato?

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«Sull’attuazione del programma che presenterà e sulla capacità di fare in modo che si aprano e si chiudano i cantieri, producendo l’effetto di una nuova generazione di stadi al centro di interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana». 

In Italia c’è già una legge sugli stadi. Quali sono i suoi limiti e perché in questi anni non ha favorito la costruzione di nuovi impianti?

«La legge, varata dodici anni fa e migliorata a più riprese, non incide sulle volontà, la determinazione, le capacità di operare e collaborare dei club e delle amministrazioni comunali. Pur rappresentando storie diverse, Juventus, Udinese e Atalanta hanno dimostrato che chi ha voluto e saputo fare, ha portato a casa il risultato. Io negli ultimi due anni ho reso più efficaci le norme prevedendo che le compensazioni commerciali e industriali fossero delocalizzabili rispetto allo stadio, naturalmente nello stesso comune, e ho previsto il riconoscimento degli stadi come infrastrutture strategiche nazionali, con tutti gli affetti positivi di questo status».  

E i fondi?

«Il Commissario potrà contare sul Fondo Equity che verrà costituito a breve, di concerto con il MEF e anche con il MIT, con una base iniziale di almeno 150 milioni, al quale concorreranno anche altri soggetti e farà parte di un portafoglio di strumenti a beneficio dei piani economico-finanziari delle iniziative pubblico-private». 

 

L’Italia porterà 5 stadi a Euro 2032. Due sono già pronti (Roma e Torino), uno è finanziato coi fondi del PNRR (Firenze). È una rivoluzione parziale. Non doveva essere un’occasione per cambiare il volto infrastrutturale del Paese?

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«Per l’Olimpico Sport e Salute ha previsto significativi investimenti per un piano di ulteriore qualificazione già presentato, con grandi apprezzamenti, anche alla UEFA e alla FIGC. Lo stadio della Juventus va già bene così, dopodiché gli altri tre stadi saranno scelti dalla Federazione e proposti a ottobre 2026 dopo una vera e propria competizione tra Firenze, che ha già il cantiere aperto su impulso dell’amministrazione, Milano, Bologna, Cagliari, Napoli, Salerno e Palermo che hanno progetti in movimento. Hanno manifestato interesse a Euro 2032 anche Genova, Verona e Bari. Inoltre, fuori dalla selezione, ci sono gli stadi di Venezia, del quale è stato aperto il cantiere la settimana scorsa, Empoli, dove si è esaurita la prima fase dell’iter amministrativo, mentre si sta muovendo la progettualità a Como. Mi sembra un bel cambio di passo, non vi pare?». 

(Corriere dello Sport)