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Ambrosini: “Rabiot fondamentale. Derby? Inter non si snaturerà. Dubbi sull’attacco Milan”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista del Milan ha parlato del derby e dell'attacco di Allegri

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista del Milan Massimo Ambrosini ha parlato del derby e dell'attacco di Allegri

Ci sarà Adrien Rabiot, assente da oltre un mese per infortunio: quanto si è sentita la sua mancanza?

«Premessa: per me Ricci da mezzala ha fatto bene. Però Rabiot è Rabiot e per certi versi è insostituibile in questo Milan. La sua assenza si è fatta sentire per forza».

Cosa ha di speciale il francese?

«Lo spessore internazionale, l’esperienza, la capacità di leggere i momenti della partita. E ovviamente la gamba: Rabiot è in grado di coprire il campo come pochi centrocampisti in Italia».

I tifosi possono guardare con fiducia al derby?

«Il derby è partita imprevedibile sempre e comunque. Guardiamo cosa è successo lo scorso anno, quando il Milan si è sempre presentato da sfavorito e non ha poi mai perso, vincendo tre sfide su cinque. L’Inter, però, resta la squadra più forte del campionato, sarà un bel test».

Che partita s’immagina?

«Per quello che si è visto nei primi mesi di campionato, l’Inter non rinuncerà all’aggressività richiesta da Chivu: non l’ha mai fatto finora, nemmeno a Napoli. Il Milan di Allegri, però, ama avere davanti spazi in cui ripartire...».

Magari con Leao e Pulisic, che non hanno ancora giocato insieme dal 1’ in campionato, a causa dei problemi fisici dell’uno e dell’altro.

«Credo che sia una partita ideale per i due, sebbene un punto di domanda sulla compatibilità come coppia ci sia, soprattutto nell’affrontare difese chiuse a riccio. Non dovrebbe essere il caso di Inter-Milan, comunque».

C’è chi sostiene che i rossoneri abbiano cominciato a incassare più gol con il ritorno a pieno regime di Rafa.

«Non sono molto d’accordo. Ci si concentra molto sulle lacune in fase difensiva di Leao, ma per come gioca Allegri, puoi isolare un attaccante senza risentirne troppo. Piuttosto, io ho più dubbi sulla fase offensiva».

In che senso?

«Come ho detto prima, la coppia Pulisic-Leao, senza un vero centravanti, è un’incognita in gare più chiuse. Chi è il “nove” dei due?».

Il centravanti sarebbe Rafa, no?

«Secondo me non è una prima punta e non so quanto possa trovarsi a suo agio in certe partite. Lo è forse meno pure di Nkunku, che infatti in coppia con Leao ha giocato lì».

A proposito del francese: come Gimenez, Nkunku è ancora a quota zero gol in campionato. Si aspettava di più?

«Se devo essere sincero, non posso che rispondere sì, soprattutto perché sono un grande estimatore di Nkunku. Ha le sue attenuanti: ha giocato comunque poco e da centravanti che non è propriamente il suo ruolo, è arrivato non al top della forma. Però, dopo il gol con la Francia nell’ultima sosta per le nazionali e con gli infortuni in attacco al Milan, mi aspettavo un’accelerata. Invece, mi sembra ancora un po’ spaesato».