Khephren, invece, era ancora nella carrozzina quand’è venuto al campo la prima volta?
"Eh sì, perché poi nell’estate del 2001 Lilian è stato venduto alla Juventus assieme a Gigi Buffon, e tutta la famiglia si è trasferita a Torino. A quattro anni, però, vi posso garantire che Marcus era già un bell’attaccante...".
Ha sentito di recente papà Lilian?
"Ogni tanto ci vediamo quando ci sono le ricorrenze di qualche vittoria a Parma. Con lui, però, non ho mai parlato di Marcus o di Khephren. Ma io li seguo con attenzione, quei ragazzi, perché attraverso di loro torno indietro nel tempo e mi sento di nuovo un giocatore".
Meglio quale fratello, Marcus o Khephren?
"Hanno ruoli differenti, è impossibile dirlo. Marcus è alla seconda stagione in Italia e mi pare che sia diventato un elemento insostituibile dell’Inter che, a mio avviso, è la squadra più forte del campionato. Si muove con intelligenza, fa gol, è bravo di piede e di testa. Insomma, gli ho insegnato bene, no?".
E Khephren?
"È giovane ed è appena arrivato alla Juventus, bisogna dargli il tempo di adattarsi. Però mi sembra che il ragazzo abbia tutte le qualità che un centrocampista deve possedere: grinta, spirito di sacrificio e visione di gioco".
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