Quale avversario deve augurarsi l’Inter al sorteggio di oggi?
«Le tre gare delle italiane ci ricordano che non conviene avere preferenze. Sulla carta, le favorite erano Juventus, Milan e Atalanta e sono uscite. Però, pensando al presente, il Psv mi sembra abbia in questo momento calciatori in fiducia, nonostante fosse reduce da un periodo di rallentamento in campionato: probabilmente si erano concentrati principalmente sulla Champions League e lo hanno fatto bene. Il Feyenoord è passato pure senza Gimenez, che anzi stava dall’altra parte. Ma se proprio dovessi sceglierei per l’Inter, meglio evitare il Psv. Negli scontri diretti, i rischi sono elevatissimi ma l’Inter ha qualcosa in più delle sue probabili avversarie. Anzi, parecchio di più».
I singoli possono determinare.
«Quando hai Thuram, Calhanoglu, Barella, Lautaro, Dumfries e non li dico tutti perché sarebbe scontato, sei in condizione di credere in te stesso. A questo aggiungete la storia del club, la sua abitudine a vivere certe pressioni e la personalità dimostrata dalla squadra nei primi tre mesi».
Senza volerla trasformare in mago, Rafa, chi la vince questa Champions?
«C’è una mezza dozzina di avversarie, forse anche di più, con potenzialità indiscutibili. Ho detto Inter e confermo. Ma penso pure al Real Madrid: Ancelotti ha trovato un equilibrio, riesce a far convivere “quei quattro”. Il Paris Saint Germain sta crescendo, va considerato per la sua freschezza e per il suo calcio che Luis Enrique, che ho avuto al Real quando ero il secondo di Del Bosque, gli ha trasmesso. E non si possono ignorare il Liverpool, il Barcellona, l’Atletico Madrid, il Bayer Leverkusen, l’Arsenal. Troppe ne abbiamo viste per sbilanciarci e fare brutta figura. Ma l’Inter c’è!».
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