A fine partita ha pianto?
—«Sì, ma non è stata la prima volta. Mi è capitato nella finale Mondiale del 2006 e all’Europeo, perché avevo un rapporto speciale con Gianluca Vialli. E poi anche in un Liverpool-Borussia Dortmund del 2016, i Reds che ad Anfield vinsero 4-3 al 91’».
Cosa l’ha commossa?
—«L’Inter non è la più forte ma con lo spirito va sempre oltre i suoi limiti. Ha tenuto testa al Barcellona, una squadra di ragazzini formidabili che faranno parlare di loro per anni. Lo ha fatto con un 37enne come Acerbi che segna il pari al 93’ e con un 36enne come Sommer che para tutto. Situazioni che sfuggono a ogni logica».
È stata l’Italia-Germania 4-3 dei tifosi dell’Inter?
—«È stata storica. Ha ragione Guardiola, con gare così gli stadi saranno sempre pieni».
Bayern e Barcellona erano le più forti?
—«Non sbagliano uno stop e pressano sempre. Ma adesso bisogna guardare al Psg che l’Inter sfiderà a Monaco. I francesi hanno messo sotto l’Arsenal e si sono meritati la finale. Stanno giocando benissimo e hanno un allenatore che stimo».
Ci sarà per la finale?
—«Ancora non lo so»
Sarà il Bergomi di sempre?
—«Sì, quello che si fa trasportare dalla partita, senza niente di preconfezionato».
(Corriere della Sera)
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