Cosa avrebbe fatto lei?
"Io ero solito sistemare due o tre uomini a zona, mentre gli altri marcavano a uomo. In particolare, l’avversario più forte deve essere tenuto già da prima che parta il corner. Facciamo un esempio pratico: al Real Madrid usavo uno bravo nell’anticipo a coprire il primo palo e Fernando Hierro, che era molto alto e forte di testa ma non un fulmine in marcatura, alla ricerca della palla centralmente. Quelli forti sull’uomo, come Panucci o Sanchis, marcavano invece da vicino i colpitori più temibili".
E se non ho un saltatore in grado di tenere uno come Gimenez?
"A maggior ragione mi metto a uomo. Da calciatore al Milan dovevamo affrontare la Juventus, dove giocava Bettega, pericolo numero uno di testa. Anquilletti, che non era un pennellone (175 cm, ndr) ma tosto in marcatura, disse subito: “Sui corner lo tengo io”. Bettega non la strusciò nemmeno. Non c’è bisogno che il difensore arrivi sulla palla, basta che impedisca all’attaccante di fare gol, sbilanciandolo al momento di colpire o non facendolo staccare".
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