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Il vostro esposto risale fino ad allora?
"Certo, c’è tutta la storia di questi quasi sei anni, in cui sulla questione stadio non c’è mai stato un confronto con i cittadini o con il Consiglio comunale".
Ipotizzate un danno per il Comune?
"Diversi danni: la sottovalutazione ma pure la dismissione di un bene che produce un reddito e la distruzione di un parco comunale, facendo un regalo a società possedute da fondi stranieri. Se si cita la legge sugli stadi essa prevede che le società calcistiche abbiano determinati requisiti, vogliamo sapere se siano stati verificati".
Al di là dell’esposto, c’è un tema politico?
"Sono cose diverse. C’è sicuramente un tema di quale modello di sport si voglia sposare: quello di business degli americani o quello italiano in cui il calcio deve rimanere uno sport popolare e accessibile?"
Adesso cosa si aspetta?
"La Procura farà il suo mestiere, noi continueremo a mobilitare la gente e prendere iniziative. Questa cosa non andrà avanti, glielo posso mettere per iscritto: per il sindaco Sala sarà peggio del Salva Milano".
Sul quale, a quanto pare, aveva visto giusto.
"E lì come nel caso del Meazza a risolvere le cose dev’essere la politica, non la Procura. Ma attraverso il confronto con i cittadini, i comitati, il Consiglio comunale, invece di andare avanti a trattare tra sindaco e società. Noi continueremo a dar battaglia con tutti gli strumenti a disposizione, visto che il dialogo è stato respinto dal principio".
La destra è corsa subito a dire che il sindaco Sala si deve dimettere. Secondo lei?
"Lascio alle forze politiche la decisione, certo ne infila una peggio dell’altra... Intanto deve lasciar perdere quest’altra procedura della manifestazione d’interesse sulla quale, le preannuncio, faremo delle iniziative".
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