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fcinter1908 news interviste Cuadrado: “Cascatore? A volte ho accentuato. Inter la più forte, sono tifoso bianconero”

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Cuadrado: “Cascatore? A volte ho accentuato. Inter la più forte, sono tifoso bianconero”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex giocatore di Juve e Inter Juan Cuadrado ha parlato della grande sfida di domani sera:

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex giocatore di Juve e Inter Juan Cuadrado ha parlato della grande sfida di domani sera:

Juan, lei che ne ha giocate tante, che sfida sarà?

«La Juve è la Juve, si è rinforzata con giocatori forti, ma l’Inter è la più forte. Anche se l’anno scorso non ha vinto nulla».

Un pronostico?

«Che vinca la migliore!».

Bel dribbling. Lei è sempre stato l’anti-Inter, in campo.

«Ai nerazzurri ho segnato sei reti. Non c’è altra squadra a cui ho fatto più male, è vero. In più, è sempre successo qualcosa: Perisic, Handanovic… ma voglio ricordare il gol realizzato all’Allianz nel 2017 da fuori area, di controbalzo».

Spesso l’hanno bollata come “cascatore”. Le dà fastidio?

«Beh, sì. Magari in alcuni episodi ho accentuato di più, ma se cado è perché sono stato toccato».

Il miglior Cuadrado dove si è visto?

«A Torino e a Firenze».

Cos’ha rappresentato la Juve?

«Sono un tifoso bianconero. Mia madre vive ancora lì, i miei figli sono nati a Torino. Lucas ha sei anni, Lucia nove. Ho vissuto otto stagioni magiche, ho vinto cinque scudetti e diverse coppe. L’unico rimpianto resta la finale di Champions persa a Cardiff».

Perché la trattativa col Chelsea fu così complessa?

«Conte non si era lasciato benissimo con la Juve, quindi ci furono alcuni problemi. Mi cercarono anche altre squadre, soprattutto all’estero, ma quando seppi della Juve dissi al mio agente che avrei voluto vestire solo bianconero».

Il ricordo più bello alla Juve?

«Tutti gli scudetti vinti».

E il più brutto, oltre Cardiff?

«Le modalità d’addio. L’infortunio di De Sciglio aveva aumentato le mie chance, Allegri voleva tenermi. Da parte mia non c’erano dubbi: sarei rimasto. Poi la dirigenza è cambiata, l’allenatore è andato via e io sono rimasto in attesa. Mentre aspettavo una chiamata, lessi sui social che l’avventura era finita. Avrei preferito una parola o un messaggio privato. Ci sono rimasto male, è stato molto triste. Ma il calcio è così. I tifosi sono e saranno sempre nel mio cuore».

All’Inter è stato sfortunato: solo 12 presenze.

«Sì, l’infortunio al tendine d’Achille mi ha condizionato, ma ho fatto parte di un gruppo di campioni e vinto lo scudetto della seconda stella. Scelsi l’Inter perché la famiglia voleva restare in Italia. Mi sono trovato bene con tutti, Simone Inzaghi ha sempre avuto fiducia».