Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex attaccante Paolo Di Canio ha parlato del nuovo tecnico dell'Inter e della trattativa per arrivare a Lookman:


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Di Canio: “Lookman non vale 50 mln, in Inghilterra non lo conoscono. Chivu? Diciamo la verità…”
Paolo Di Canio, partiamo da una delle vicende più spinose della nostra serie A: cosa ne pensa del caso Lookman?
«In Premier non sanno neanche bene chi è Lookman, la richiesta di 50 milioni per lui è una esagerazione. Ma l’Atalanta fa la sua parte. Il calciatore invece si sta comportando male: devi allenarti con la tua squadra, anche se te ne vuoi andare. Mettici la faccia e la correttezza. I Percassi finora hanno fatto benissimo a non cedere ai suoi atti di forza».
Di Canio, lei ci va sempre netto nei giudizi. Ha più amici o nemici?
«Io sono a Sky come opinionista tecnico, dovrei sapere di che cosa parlo e lo so. Il mio commento non è mai contro qualcosa o qualcuno. E se non dico le cose come realmente le vedo non faccio bene il mio lavoro. Poi da calciatore o allenatore mi sono arrabbiato quando ho ricevuto una critica aspra. In generale dipende sempre da chi te la fa, l’ho sempre accettata da chi sa di calcio. Ci vuole rispetto dei ruoli. A volte, da tecnico, se dici una cosa ruvida sei visto male e non va bene. Il linguaggio va certo edulcorato ma essere buonisti a tutti i costi ti rende poco credibile. Dire che l’Inter ha fallito la stagione scorsa è una verità, non un insulto».
Che serie A sta per cominciare?
«La prospettiva è duplice: l’Italia continua ad essere il cimitero degli elefanti, prima erano Ronaldo e Ribery oggi sono De Bruyne e Modric. Ma c’è anche molta curiosità e attenzione per gli allenatori, Allegri, Chivu, Gasperini alla Roma in particolare».
Ma Modric e De Bruyne, 39 e 34 anni, sono top player riconosciuti ovunque.
«Lo sono, ci mancherebbe. Intanto, mi chiedo quante partite possono reggere a livelli alti ma soprattutto quanta della loro qualità e tecnica riuscirà ad essere recepita dai compagni di squadra, difficile imitare uno che è unico. Voglio dire che da soli non possono bastare se non c’è una squadra in grado di muoversi bene attorno a loro. Sicuramente ci godremo la qualità, ma chi sta attorno a loro deve imparare in fretta a capire con chi sta giocando. Modric è un leader che sa parlare alla squadra: il Milan ne gioverà, in una stagione in cui ha solo il campionato».
Il Napoli si confermerà?
«La forza del Napoli è stata la compattezza dei reparti, l’intelligenza da squadra. I nuovi arrivati sono calciatori che hanno fatto bene in piazze meno ambiziose, sono curioso di capire se alzeranno il livello. Mi piacciono Beukema e Lucca ma se un po’ conosco Antonio non saranno loro i titolari, almeno all’inizio. Sono giocatori forti che allungano e allargano la rosa, quest’anno chiamata a reggere su più fronti. Poi ci godremo la qualità di De Bruyne, l’unico a fare un lancio di sessanta metri con la facilità che ci vuole per farne uno a cinque di metri. Credo che il clima di Napoli lo aiuterà anche ad avere meno infortuni».
Si aspettava la scelta di Chivu per il post Inzaghi?
«Non ci nascondiamo: ci raccontano che è stata la prima scelta, non ci credo. Detto questo Chivu ha fatto un buon praticantato, l’Inter ha avuto a portata di mano la soluzione meno dispendiosa, può andare bene e sono stati bravi. Se va male tutto sommato non è uno che costa al club cinque milioni l’anno. Scelta quindi intelligente con l’obiettivo di svecchiare la rosa e affidare i giovani a un allenatore che sa come trattarli. Sono curioso anche dal punto di vista tattico: con Chivu si uscirà dallo schema del 3-5-2 rigido che c’era prima».
La sua griglia di partenza?
«Metto il Napoli che ha vinto lo scudetto e di fatto è favorito, mi fido di Antonio può ripetersi. La sua squadra non ha dominato, vero. Ma ha saputo sempre controllare le partite, questo è un metodo che non si disperde. Metto poi Inter e Milan alla pari, la prima ha recuperato freschezza, la seconda può diventare squadra in fretta. La Juve deve provare a stare agganciata al treno, mi piace la Roma di Gasperini. L’Atalanta la vedo più indietro».
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