LEGGI ANCHE
Di cosa?
«Che avrei seguito la mia strada e la mia filosofia».
Dimmi di Conte.
«Antonio è un fenomeno, un fenomeno. Potrei giocare e allenare giorno dopo giorno come fa Antonio? Sicuramente no. Però ho imparato tantissimo. Da Antonio, dalla sua metodologia e, soprattutto, dal suo messaggio costante, dalla sua idea. La mia è un po’ diversa dalla sua, tuttavia lui con la sua chiarezza e autorevolezza ti porta sempre all’obiettivo».
C’è qualcosa che lo avvicina a Pep? Il temperamento, l’ossessione?
«E a Mourinho anche, io l’ho ripetuto in tante interviste. Mourinho e Guardiola diversi? Ma diversi in cosa? Sul campo forse, ma fuori sono malati di vittoria, hanno una incredibile mentalità vincente e una notevole capacità di trasferirla alla squadra. Antonio è della stessa pasta».
Qual è l’avversario che ti ha messo più in difficoltà in Italia?
«Il Napoli, sicuramente. Qui a Como Antonio ha cambiato la formazione 3, 4 volte in pochi minuti per crearmi dei disturbi e cercare la vittoria. Secondo me ha fatto anche molto bene, indipendentemente dal risultato finale. A ogni suo adattamento corrispondeva qualcosa di diverso da parte mia. Non è stato semplice, te lo posso assicurare. Un altro molto complicato è stato Gasperini. Mi è stato detto che per la prima volta l’hanno visto difendere a quattro, cosa che non faceva mai. Mi ha obbligato a cambiare tanto, a trovare ripetutamente delle contromisure. Quando ha inserito Brescianini come quinto a sinistra mi ha messo in crisi. Io presto tanta attenzione agli avversari, è una parte fondamentale del mio mestiere. Sta dando ottimi risultati anche il lavoro individuale sul giocatore».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.fcinter1908.it/assets/uploads/202507/999cbc080ddf16c8f068dec67d58ddc1.jpg)