fcinter1908 news interviste Il figlio di Prisco: “Calciopoli? Aveva capito. Berlusconi voleva l’Inter, Fraizzoli: “Mai a…”

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Il figlio di Prisco: “Calciopoli? Aveva capito. Berlusconi voleva l’Inter, Fraizzoli: “Mai a…”

Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Luigi Maria Prisco racconta il padre Peppino

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Luigi Maria Prisco racconta il padre Peppino, avvocato dell'Inter e vicepresidente dal 1963 al 2001. "Per decenni abbiamo difeso l’Inter senza chiedere mai un soldo, né per le parcelle né per le spese".

Avvocato, suo padre che cosa architettò per farla diventare interista?

"Il problema non si è posto. Lui, nella mia infanzia, non mi parlava mai delle altre squadre, della cui esistenza appresi a scuola, in prima elementare. Quando gli chiesi del Milan e della Juve, rispose: 'Lascia stare, quelli non contano niente'. Era astuto".

Le sue battute erano folgoranti: tra le tante, qual è la sua preferita?

"Quella che non si può pronunciare. In pubblico usava un linguaggio acconcio, in ambito domestico no, si lasciava andare a frasi non riferibili. Peppino però è stato ben altro che un battutista, era un grande avvocato e dirigente calcistico".

Il giocatore più amato?

"Peppino adorava Facchetti perché Giacinto, oltre a giocare molto bene, esprimeva signorilità ed eleganza. Diceva che sarebbe diventato un campione in qualunque sport, dall’atletica al tennis. Se lo immaginava come un atleta olimpico”. 

Facchetti, post mortem, è stato tirato in ballo per Calciopoli, suo malgrado. L’avvocato Prisco, quando scoppiò lo scandalo, non c’era più: come avrebbe affrontato la vicenda?

"Papà, come Facchetti, aveva intuito che c’erano degli intrallazzi, ma non aveva le prove. Da avvocato sapeva che queste cose vanno dimostrate e che in alternativa bisogna armarsi di cristiana pazienza e aspettare, sperando di essere più forti anche dei cosiddetti errori arbitrali. Alla lunga venne fuori tutto".