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Ibra: “Un allenatore mi ha fatto diventare un animale. Mourinho e Guardiola? Differenti e…”

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Il dirigente del Milan ha parlato della sua esperienza con i due allenatori e non solo con loro e si è soffermato sul Pallone d'oro
Eva A. Provenzano
Eva A. Provenzano Caporedattore 

«Mourinho e Guardiola? Questi due allenatori hanno cambiato il calcio, ho avuto la fortuna di avere entrambi. Sono cresciuto tanto, con uno sono cresciuto più fuori dal campo che dentro. Entrambi hanno fatto la storia, tutti e due mi hanno voluto nelle loro squadre e sono due persone differenti». Zlatan Ibrahimovic ha conosciuto Mourinho e Guardiola nel periodo in cui ha giocato per l'Inter e poi l'ha lasciata per andare al Barcellona. Mou lo dice sempre, gli aveva detto di non lasciare l'Inter perché i nerazzurri avrebbero vinto la Champions, ma lui ha optato per la firma con il Barça e all'Inter sono arrivati Eto'o e proprio il trofeo più importante d'Europa, nell'anno in cui la squadra interista ha vinto tutto.

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Lo svedese si è raccontato al Festival di Trento e sui due allenatori ha aggiunto: «Uno l'ho incontrato a inizio carriera, l'altro era tutto mentale, ti entrava in testa e da lì ti controllava. Due allenatori convinti in modo diversi, uno crede in un certo tipo di gioco, Guardiola, l'altro, Moruinho, cerca risultati e vuole vincere, come li cerca i risultati non importa. Se ho perdonato Guardiola? Non lo perdoni se non sai quale problema c'era, io non ho avuto problemi, io i miei problemi li ho risolti e lui era felice di vedermi a New York», ha aggiunto.

Un animale

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Quando gli hanno chiesto chi è stato l'allenatore che lo ha fatto più arrabbiare e che ha fatto arrabbiare più di tutti ha risposto così: «Dico sempre Capello. Mi ha portato alla Juve e da lì è iniziato il mio percorso di trasformazione da calciatore a fuoriclasse, l'ultimo step a cui pochi giocatori arrivano, so che lo devono dire altri, ma lo dico per me stesso. Mi sono allenato in un altro modo mentalmente e fisicamente. Capello ti alza e ti schiaccia portandoti anche sotto terra, ti fa sentire wow e poi zero, era il suo modo di lavorare con me. Ma non con tuttu, cercava di entratre così nella testa dei giocatori per farli diventare quello che voleva. A volte gli allenatori non devono essere professioni, ma manager, quando hai qualità alta in squadra devi entrare nella loro testa e farti seguire. Lui da essere normale mi ha fatto diventare un animale, ecco», ha aggiunto.

No Champions

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«Il Pallone d'oro non è un rimpianto. Strano che io non l'abbia vinto, potevo vincerne almeno due. Non sempre il più forte vince il Pallone d'oro. Neanche la Champions ho vinto, me lo ripetono spesso, ma se guardano bene io ho vinto il 90% di più di chi ha vinto solo la Champions. Dembelé? Trofeo individuale e quindi devi scegliere chi fa la differenza individualmente, credo che sia stato Yamal a fare la differenza individualmente. Sicuramente Dembelé ha meritato, quindi complimenti a lui», ha spiegato Ibra.

(fonte: festivaldellosport.it)