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fcinter1908 news interviste Il commercialista Bellavia: “San Siro? Sarà venduto, non ho dubbi. Ma non si sa a chi perché…”

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Il commercialista Bellavia: “San Siro? Sarà venduto, non ho dubbi. Ma non si sa a chi perché…”

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Gian Gaetano Bellavia è un noto commercialista milanese: queste le sue parole a Tuttosport sul tema legato alla vendita di San Siro
Marco Astori
Marco Astori Redattore 

Gian Gaetano Bellavia è un noto commercialista milanese ed esperto di diritto penale dell'economia. Queste le sue parole a Tuttosport sul tema legato alla vendita di San Siro.

Che idea si è fatto della cessione dello stadio a Inter e Milan? 

«È un tema troppo tecnico, bisogna conoscere bene l’urbanistica, che nessuno in verità conosce perché è un settore in cui è difficile entrare e ognuno fa un po’ quello che gli pare pur di guadagnare come hanno dimostrato le inchieste giudiziarie. Lo stadio altro non è che lo specchio della nostra società: quello che conta sono solo i soldi».

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I due club sono entrambi di proprietà di un fondo, rispettivamente Oaktree e RedBird. Cosa comporta? 

«Che non si sa a chi si sta vendendo un bene pubblico. Non ho letto il contratto, ma il riepilogo del legale consulente del Comune ed è chiaro che il soggetto acquirente, di fatto, non si sa chi sia e a chi faccia realmente capo. Il tema vero sono i fondi esteri. Un fondo di investimento cosiddetto di Private equity, cioè di capitale privato, è un contenitore, una scatola. È gestito da Tizio, che può essere di qualsiasi nazionalità, ma nel caso di specie di Inter e Milan è in entrambi i casi americano. Tizio gestisce la scatola ed è l’unico a sapere cosa entri in quella scatola: nei fondi che controllano i due club si fa riferimento a fondi pensione, fondi comuni di investimento e altri investitori istituzionali. Vuol dire che ci può essere di tutto».

C’è differenza tra fondi di diritto straniero e di diritto italiano? 

«In Italia abbiamo una normativa antiriciclaggio molto stringente, in base alla quale va verificata l’origine dei soldi. Se poi i gestori lo facciano o meno, questo è un altro discorso ed eventualmente ne risponderanno, però la normativa c’è. Fuori dall’Europa, dove la normativa antiriciclaggio è già difficile da applicare, non esistono norme così stringenti. Gli americani, come tutti oggi possono riscontrare, fanno quello che gli pare e soprattutto sono molto esperti nei paradisi fiscali e dell’anonimato, tipo le Cayman. Non sapremo mai cosa c’è dentro questi fondi, né da dove arrivino questi soldi. Usando una terminologia impropria, non sapremo mai chi è il proprietario dei soldi. Nel momento in cui il comitato antimafia del Comune di Milano li mette davanti all’obbligo di comunicare il titolare effettivo, la risposta è che la documentazione è riservata e di conseguenza non consentono la visione. Il Comune invece di cacciarli non fa una piega. E allora basta. Lo stadio verrà venduto, io non ho dubbi. In ballo ci sono interessi enormi, nonostante un contratto per me assurdo sotto molteplici profili e dei rischi futuri».

Nel contratto è prevista anche una clausola di earn out: in caso di cessione nei successivi 5 anni, Inter e Milan dovrebbero versare al Comune una percentuale. 

«Ma di che parliamo? Se le due squadre controllano una società, e a monte delle due società ci sono decine di società offshore, parliamo del nulla. Possono annacquare qualsiasi operazione. È chiaro che non è un’operazione trasparente. Il bene pubblico verrà venduto a chissà chi, che ne farà chissà che cosa, nonostante le promesse di far partecipare alle eventuali plusvalenze». 

Inter

La catena di controllo è già stata verificata dalla Figc. Ma a livello civilistico le verifiche possibili sono molto limitate. 

«Certo, ma infatti il tema non sono ovviamente solo Inter e Milan. Quasi tutte le società, con poche eccezioni, sono di proprietà dei fondi esteri e questo è un problema di trasparenza».