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F. Inzaghi: “Simone è un top: forse era giusto lasciare l’Inter dopo che…”

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"La sua scelta di andare all'estero è coraggiosa e lo stimo per questo", ha detto Filippo Inzaghi su Simone in Arabia
Matteo Pifferi Redattore 

Intervenuto ai microfoni di Repubblica, Filippo Inzaghi ha parlato anche della lotta scudetto:

«Juventus e Milan sono costrette a lottare per lo scudetto, al pari di Napoli, Inter e Roma. Sarà un campionato equilibrato, il Milan magari senza Champions può avere un vantaggio. La differenza la fanno la continuità e il gruppo. Chi ha più voglia vince, sempre».

Il suo ex compagno Gattuso è l'uomo giusto per la Nazionale?

«Rino è un amico e una garanzia. È uno che non tradisce mai il suo modo di essere: diretto, passionale, autentico. Lo conosco da venticinque anni e posso dire che anche da allenatore resta lo stesso di quando giocava: pretende tanto perché è il primo a dare tutto. La Nazionale aveva bisogno di un condottiero così, capace di trasmettere appartenenza e sacrificio. Sono convinto che con lui i ragazzi daranno sempre il cento per cento».

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C'è mai stata una competizione in panchina con suo fratello? Come giudica la decisione di andare via dall'Italia? 

«Competizione mai, confronto sempre. Con Simone ci sentiamo spesso, ci scambiamo idee e consigli. Abbiamo un modo simile di vivere il calcio: passione, serietà, lavoro quotidiano. La sua scelta di andare all'estero è coraggiosa e lo stimo per questo. Il confronto con altri campionati arricchisce: ti apre la mente, ti costringe a migliorare. Simone è uno dei migliori allenatori italiani e farà bene ovunque. Penso che dopo due finali di Champions in tre anni, un capolavoro, forse era giusto cambiare».

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Parlando di grandi allenatori, questa estate ha affrontato il City di Guardiola.

«Lui ha cambiato il modo di pensare il calcio, ma al di là dei trofei, ciò che ammiro è la curiosità continua, lo studio. Mi ci ritrovo: anche io cerco sempre nuovi stimoli, nuove idee. Pep mi ha fatto i complimenti per come il Palermo sta crescendo come club e come squadra».