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fcinter1908 news interviste Klinsmann: “Chivu scelta logica. Pio Esposito futuro Inter e Italia. Lookman era perfetto”

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Klinsmann: “Chivu scelta logica. Pio Esposito futuro Inter e Italia. Lookman era perfetto”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante dell'Inter Jurgen Klinsmann ha parlato della nuova squadra di Chivu

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante dell'Inter Jurgen Klinsmann ha parlato della nuova squadra di Chivu

Qual è la ricetta per rialzarsi?

«Intanto, tra i dolori dell’Inter negli ultimi mesi, io aggiungo anche la perdita del presidente Pellegrini, un papà per noi, proprio nel giorno della finale. Poi per rialzarsi, innanzitutto, bisogna pensare positivo come il club sta facendo con buone idee sul mercato. Già al Mondiale l’atteggiamento era giusto: l’Inter ha dato tutto, ma erano stanchi, soprattutto di testa. Con quel peso addosso non potevano arrivare in fondo...».

Come valuta la scelta di Chivu in panchina?

«Logica, interessante. Chivu conosce bene la società e l’ambiente ed è intelligente per usare il passato e portarlo nel futuro. L’Inter ha già una filosofia e automatismi che a volte sono stati perfetti: partendo da quelli, il rischio si riduce. Comunque, alla fine, come sempre, tutto dipenderà dalla fame dei giocatori. Bastoni, Barella e gli altri, che qualche anno fa chiamavamo giovani, ora sono nel pieno della maturità: è questo il momento per aggiungere trofei in bacheca».

Adesso si può chiamare giovane Pio Esposito: da vecchia gloria d’attacco nerazzurra che consiglio gli direbbe?

«L’ho osservato con molto interesse, mi pare un ragazzo favoloso, è il futuro dell’Inter e dell’Italia, ma ha davanti attaccanti top come Lautaro e Thuram: penso possa crescere entrando dalla panchina e facendo esperienza. Ma, se non gioca abbastanza, meglio che poi valuti un prestito di un anno altrove magari a gennaio. Il fatto di averlo tenuto è comunque positivo perché ha grande potenziale».

Come ha vissuto le altalene del caso Lookman?

«Mi spiace molto che non sia arrivato, sarebbe stato perfetto perché è un giocatore di livello europeo e mondiale e si sarebbe incastrato in un grande attacco, in cui forse manca un giocatore con caratteristiche così. Al netto di tutto, è una vicenda davvero triste in cui perdono tutti: perde Lookman che aveva la testa a Milano e chissà come farà a pensare adesso a Bergamo; perde l’Atalanta che poteva chiudere a un prezzo ragionevole e adesso si trova con 50 milioni in meno e un giocatore da recuperare; perde l’Inter che avrebbe avuto un’altra punta super».

A proposito di tedeschi e di offerte, l’Inter ha scelto di tenere Bisseck rifiutando oltre 30 milioni della Premier: ha fatto bene?

«Benissimo. Anche Bisseck è il presente e deve essere titolare, non solo all’Inter ma anche nella nazionale tedesca. Ha doti eccezionali: è forte fisicamente, è veloce, ma soprattutto ha la testa sulle spalle che ti aiuta ad andare avanti quando fai un errore. Mi è dispiaciuto che nella finale a Monaco non sia entrato prima: penso dovesse entrare in campo già dopo 25 minuti perché serviva cambiare qualcosa, poi è stato sfortunato e si è subito fatto male. Ma per l’Inter è stato importante confermare tutti i big, a partire da Calha».

E dopo quello che è successo in America e l’ira di Lautaro dopo l’eliminazione...

«A me quelle dichiarazioni di Lautaro non hanno stupito, anzi queste tensioni le vedo in modo positivo. A volte serve una lite nello spogliatoio per accendere una squadra e ripartire. Tra Bayern, Inter e nazionale tedesca, sapete quanti litigi ho fatto con Matthäus in vita mia? Davanti a tutti, a volte arrivava lo zio Bergomi a farci far pace, ma anche così siamo diventati uniti. Ripeto, ciò che è successo all’Inter negli ultimi mesi è stato devastante e lascia scorie: entrambi, probabilmente, avevano i loro motivi. Ma al Mondiale ho visto il vero Lautaro: aveva la solita grinta incredibile, voleva trascinare la squadra ed è normale che poi abbia espresso pubblicamente i suoi pensieri. Servirà anche questa rabbia e l’apporto del capitano per riprovarci: in Champions le rivali sono tante, a partire dal Bayern»