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Lautaro Martinez, intervistato dal quotidiano francese France Football, è tornato sul turbolento finale di stagione nerazzurro e sull'addio di Simone Inzaghi:
Come spiega quel crollo?Difficile da spiegare. Perché questo è il calcio: a volte si vince, a volte si perde. Il Napoli, che ha vinto lo Scudetto, giocava solo il campionato. Avevano tempo per riposarsi, preparavano ogni partita durante la settimana. Noi, invece, già dall’anno scorso, eravamo in una continua accumulazione di partite, fatica, infortuni, e quindi giocatori assenti nei momenti importanti. Questo si è fatto davvero sentire. Ma ogni stagione è una lezione.
Quanto ha influito il futuro di Simone Inzaghi su questo brutto finale di stagione?Per niente. Ognuno è libero di fare le scelte che vuole. Il Mister non ci ha mai informati che aveva ricevuto un’offerta, che sarebbe andato via (ha poi firmato con l’Al-Hilal, il 4 giugno, prima del Mondiale per club). Noi eravamo concentrati sui nostri obiettivi. Ha sempre dimostrato professionalità. Con lui ci sentivamo molto a nostro agio. Era la nostra mente pensante.
Questo finale di stagione ha anche generato tensioni. Rimpiange le sue parole su Hakan Çalhanoglu, dopo l’eliminazione con il Fluminense (0-2)?È stato un malinteso. Alcune cose non mi erano piaciute, le mie dichiarazioni erano generali («Chi vuole restare resta, chi non vuole può andarsene»), e non erano rivolte a lui in particolare. Da capitano, è quello che mi è venuto da dire in quel momento. A qualcuno può piacere, ad altri no, ma poi ne abbiamo parlato con il gruppo, con l’allenatore e con i dirigenti. E va tutto bene, è stato chiarito. Siamo uniti. Anche il nostro nuovo allenatore (Cristian Chivu) ci sta aiutando molto. Faremo di tutto per lui.
Ha perdonato a sé stesso e alla squadra questo finale di stagione?Sì. Tutti i ragazzi ne sono rimasti molto colpiti. L’errore è umano. Quando sbagli, e l’errore non nasce da cattive intenzioni ma dal desiderio di crescere e migliorare, bisogna concedere il perdono. L’arrivo di un nuovo allenatore, l’inizio di un altro ciclo, ci fa bene. È importante cambiare aria, obiettivi, energie.
Dunque, ha perdonato anche i giurati del Pallone d’Oro 2024 che l’hanno classificata settimo? Lei aveva dichiarato: “Mi aspettavo di meglio”...Sì. Mi aspettavo una posizione migliore dopo essere stato capocannoniere e miglior giocatore della Serie A, aver vinto la Copa América segnando cinque gol, incluso quello decisivo in finale. Ho anche vinto la Supercoppa italiana segnando in semifinale e in finale. Rispetto la scelta dei giurati, mi è stato chiesto cosa ne pensassi e l’ho detto. Sono fatto così, non mi piace stare nel mezzo. Almeno le cose sono chiare.
Lionel Messi aveva ragione? Era lei a meritarlo (più di Rodri)?Non lo so. I riconoscimenti individuali per me sono importanti. Il collettivo viene prima dei singoli, ma quando raggiungi i tuoi obiettivi personali vuol dire che hai fatto bene anche per la squadra. Gli obiettivi collettivi ti permettono di arrivare lì, a quel posto, a quella cerimonia. Far parte dei 30 è già una bella ricompensa, ma sogno di riuscire a dare il meglio in una stagione intera. Sogno di vincere il Pallone d’Oro, un trofeo molto prestigioso.
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