Affronterete il Monterrey a Los Angeles, che emozioni ti suscita questa sfida?
"Sarà bello, l'atmosfera sarà senz'altro caldissima, è un ambiente sicuramente importante perché è uno stadio molto grande dove entrano tantissime persone. Il Messico è vicinissimo alla città dove giocheremo e questo renderà la sfida ancora più bella. Mi piace quando c’è tanta gente, più lo stadio è complicato e meglio è, perché è qualcosa che ti motiva, e questo serve. Per cui speriamo che questo giochi a nostro favore, ovviamente, ma, come dico sempre, l’importante è divertirsi e dare il massimo per l’Inter".
Come argentino, credi che la sfida contro il River sarà speciale?
"Sì, secondo me... Ovviamente io ho avuto la possibilità di affrontarlo quando giocavo in Argentina ed è una delle squadre più importanti del mio paese. È una squadra di fama mondiale, lo conoscono tutti. È una squadra importante, chiaro, e dobbiamo preparare la partita nel migliore dei modi perché anche loro la prepareranno allo stesso modo. Sul serio, sarà come una finale, ed è così che dovremo giocare ogni partita. So già che ci divertiremo, perché li conosco, alcuni compagni della nazionale giocano nel River e quella sarà una partita da godersi fino in fondo".
Qual è l’obiettivo dell’Inter in questo torneo?
"Beh, vediamo... Lo dico sempre e lo dico anche ora: per me, per l’Inter, con la sua storia e la sua importanza, quello che bisogna fare è puntare sempre a vincere. Poi è chiaro, tutti sappiamo che ci possono essere difficoltà, che ci sono gli avversari, e quindi un incidente di percorso può sempre capitare, però è importante dare sempre il massimo per l’Inter e per cercare di portare la squadra il più avanti possibile in tutte le competizioni che disputiamo".
Cosa rende l’Inter così speciale?
"L’Inter è sinonimo di passione. Se devo parlare dell'Inter, è questa la prima parola che mi viene in mente. Passione, perché ogni compagno, ogni giocatore che arriva qui, finisce sempre per vivere questa parola, questa passione. Per la maglia, per il club, per lo stemma. E poi la gente qui in Italia te lo dimostra ogni settimana, e sono sicuro che lo dimostrerà anche negli Stati Uniti. Ci accompagneranno in questa avventura. Questo è un club che negli ultimi anni ha vinto tantissimo. L’ultimo titolo, che per noi è stato particolarmente speciale, ci ha permesso di aggiungere la seconda stella sulla maglia, come i nostri rivali di sempre del Milan. Per fortuna ci siamo riusciti e questo rimarrà per sempre nella nostra storia. È questo ciò che conta e che rende l’Inter una delle più grandi squadre in Italia e nel mondo, e mi auguro che continueremo su questa strada".
Sei il capitano della squadra. Qual è il tuo stile di leadership? Come ti poni nello spogliatoio e in campo?
"Non saprei, quello che dico sempre...ne parlavo giusto ieri con mio padre, leader non si diventa, leader si è, si nasce. Insomma, dico sempre che ho bisogno di tutti perché il gruppo è sempre sopra il singolo. Per raggiungere obiettivi importanti come questo che stiamo per affrontare, serve la collaborazione di tutti. Ovviamente, il leader è quello che guida, quello che dà l’esempio, è quello che guardano tutti, però alla fine la cosa che conta più di tutte è il gruppo. Quindi, la cosa più importante è che il leader abbia sempre un atteggiamento positivo, un comportamento esemplare e poi, ovviamente, deve essere il punto di riferimento dei compagni".
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