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Lucescu: “Andai all’Inter nel momento sbagliato. Moratti eccezionale, alcuni giocatori invece…”
Domani Mircea Lucescu compie 80 ani e Tuttosport lo ha intervistato per ricordare alcune tappe della sua longeva carriera.
Buon compleanno, mister. Come sta vivendo questo traguardo?
«In tranquillità. Non mi sento addosso questi 80 anni, vivo il momento con serenità e consapevolezza. Credo che nessun allenatore sia mai arrivato alla mia età ancora in panchina e guidando una Nazionale che sogna di andare ai Mondiali. Per fare festa oggi ho invitato a casa mia a Bucarest i giocatori di cinque generazioni. Quelli che giocavano con me e con cui abbiamo fatto i Mondiali del 1970, quelli che ho allenato con Hagi in prima fila. Voglio ringraziarli per come mi hanno aiutato a diventare quello che sono stato».
Italia sempre nel cuore?
«Ma certo, ci mancherebbe. Brescia resta la parentesi più bella. Con Anconetani a Pisa era andata male. Non riuscivamo a lavorare insieme. Corioni invece mi diede carta bianca. Giocavamo un calcio avveniristico, costruivamo dal basso quando nessuno sapeva cosa volesse dire. Adesso lo fanno tutti. Andammo subito in A, ma poi quel Brescia fu maltrattato dagli arbitri e a Corioni non fecero lo stadio come promesso. La Juventus ha costruito il suo su un'idea che aveva avuto il mio presidente. A Brescia feci esordire in serie A Pirlo quando non aveva ancora compiuto 16 anni. Gli dissi che doveva mettersi in testa di puntare alla Nazionale».
Lei preferì il Brescia, in Serie B, al Porto in Coppa Campioni. Una scelta alla Lucescu.
«Feci un po’ di confusione con le firme, ma avevo dato per primo la mia parola a Corioni. Pinto da Costa, lo storico presidente dei portoghesi, non me l'ha mai perdonata. Ogni volta che ci siamo incontrati da avversari negli anni mi ha sempre rinfacciato quella cosa».
Il suo raccolto migliore è stato però in Ucraina, con lo Shakhtar Donetsk.
«Abbiamo vinto in patria dove la squadra non aveva una tradizione e in Europa (oltre a una Coppa Uefa anche uno storico quarto di finale in Champions, ndr), ma abbiamo anche lanciato tanti calciatori che si sono poi affermati nei campionati più importanti: Fernandinho, Willian, Alex Teixeira, Fred, Douglas Costa, Mkhitaryan, Mudryk».
È poi passato ai rivali acerrimi della Dinamo Kiev...
«Accettai a 75 anni e questo conferma che gli anni per me non sono mai stati un peso. Con la guerra però non si poteva fare calcio come piace a me».
Riuscirà a far giocare i Mondiali alla sua Romania?
«Abbiamo iniziato male, perdendo con la Bosnia anche per colpa dell'arbitro. Non abbiamo più i talenti con i quali nel 1994 negli Usa avremmo anche potuto vincere il trofeo. Hagi, Raducioiu, Dumitrescu, Popescu, Belodedici, Munteanu non ci sono, ma vogliamo supplire con l'organizzazione e i romeni che giocano da voi mi stanno dando una grande mano».
All'Inter con Moratti cosa non è andato?
«Sono arrivato al momento sbagliato, ma è stata colpa mia che ho accettato: mi avevano preso solo come traghettatore e girava già la notizia che a fine campionato sarebbe arrivato Lippi. Questo mi ha creato problemi coi calciatori che avevano il contratto in scadenza: mi dicevano che dovevano giocare per rinnovarlo, mentre io tanto non sarei rimasto. Arrivai a dicembre e nelle prime cinque partite avevamo segnato una marea di gol, giocavamo un calcio eccezionale, ma prendevamo dei gol stupidi. Dopo la sconfitta con la Sampdoria decisi di dare le dimissioni per far capire ai giocatori che dovevano prendersi la responsabilità di quegli insuccessi, Moratti fu eccezionale e continuò lo stesso a pagarmi lo stipendio » .
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