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Mancini: “Fui vicino all’Inter ma poi saltò tutto, ecco perché. Vieri? Moratti pretendeva…”

Gianni Pampinella Redattore 
Il tecnico ricorda il suo mancato passaggio all'Inter dopo il suo addio alla Sampdoria in un'intervista al Messaggero

Intervistato da Il Messaggero, Roberto Mancini ripercorre la sua carriera. Il tecnico ricorda il suo mancato passaggio all'Inter dopo il suo addio alla Sampdoria.

"Consideravo conclusa la mia esperienza con la Samp, a cui avevo dedicato quasi tutta la mia vita. Parlai di nuovo con il presidente Moratti, come era accaduto anche qualche anno prima. Ma era destino che io all'Inter sarei andato solo come allenatore".

Non vi siete messi d'accordo: problemi economici?

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"No, devo dire che Moratti si è preso del tempo e in quel momento arrivò la telefonata di un altro presidente, Sergio Cragnotti".

Chiusura immediata, allora.

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«Più o meno, come sarebbe accaduto negli anni successivi: quando il presidente decideva un acquisto, procedeva come un lampo. Ricordo il caso Stankovic: Dejan era destinato alla Roma e Cragnotti lo prese in un solo pomeriggio».


La Lazio invece dell'Inter, ha avuto coraggio.

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«Mi è bastato un colloquio per capire quali sarebbero state le prospettive. E poi sapevo che sarebbe arrivato Eriksson, con cui avevo condiviso cinque anni splendidi alla Samp. Ho firmato prima di Sven, se ricordo bene».

Ci fu un altro giocatore decisivo nella Lazio dello scudetto

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«So a chi si riferisce con questa domanda. Sì, a noi mancava un Simeone».

Ci racconti, per favore.

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«Mi sono ritrovato accanto a Cragnotti quando stava trattando con l'Inter la cessione di Vieri, che ci aveva portato quasi allo scudetto nel '99 con un girone di ritorno fantastico. Moratti pretendeva Bobo a tutti i costi e mise nel conto anche il cartellino di Paulo Sousa, un grande giocatore. Ma io dissi al presidente: si faccia dare Simeone, a noi manca uno con le sue doti».

E infatti segnò il gol decisivo contro la Ju-ve, quando iniziò la rincorsa da meno 9.

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"Diego era cattivo, dal punto di di vista agonisti-co, segnava, trascinava. In mezzo a tanta classe serviva questo argentino con il fuoco dentro".

(Il Messaggero)