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In una lunga intervista al Corriere dello Sport, il ds del Napoli Manna ha parlato delle parole di Conte, di mercato e della corsa scudetto:
Il Napoli è rinato dopo Bologna. È un ramarro, è infinito.
«La capacità di rigenerarsi è legata alla capacità che Conte ha di rigenerarla. Abbiamo grandi uomini e grandi valori: senza non avremmo potuto reagire alle difficoltà con questa forza e questa voglia di vincere. Ma davanti c’è un percorso».
A proposito: perché il discorso di Conte sulla distanza da Milan, Inter e Juve ha innescato reazioni a catena?
«Non sono d’accordo quando si dice che il Napoli è stra favorito per lo scudetto, e non perché vogliamo scaricare pressioni o spostarle su altri: è un dato oggettivo. Vengo da una realtà completamente diversa ed è chiaro che ci sono gap strutturali, ma noi li colmiamo con questi valori che in pochi hanno e che non sempre bastano».
In estate avete investito tanto sul mercato.
«Bisognava colmare i vuoti numerici in rosa e De Laurentiis non si è tirato indietro. Il nuovo obiettivo è alzare la qualità ogni anno».
Le limitazioni sul mercato invernale non aiutano, in questo senso.
«Aumentando la rosa è cresciuto il monte stipendi, ma i ricavi sono diversi rispetto ai club del Nord: stadi diversi, patrimoni diversi. Non è una lotta pari: c’è un gap strutturale e storico e questa ricchezza ce la siamo creata. Qui ci sono enorme cultura del lavoro, dedizione e voglia di migliorarsi: ognuno fa più cose per il bene del Napoli».
Cosa bisogna aspettarsi, concretamente, sul mercato?
«Vorremmo premiare il lavoro di Conte e dei giocatori migliorando il livello della squadra senza rompere gli equilibri: non so se ci riusciremo, ma ci proveremo. Gennaio è sempre rischioso, l’anno scorso abbiamo venduto il calciatore più importante e forse non l’abbiamo ancora sostituito all’altezza».
In che reparto prevedete interventi?
«I rientri di Anguissa e Gilmour sono più vicini, mentre Lukaku e De Bruyne sono un punto di domanda: quindi, vorremmo alzare la qualità soprattutto nel reparto offensivo. Stiamo facendo valutazioni».
In campo e fuori, acquistando Hojlund in un lampo. Un gran colpo.
«Abbiamo fatto di tutto per prenderlo. C’erano anche altre squadre con blasone storico più alto, ma la sua volontà è stata determinante: questa cosa ci rende orgogliosi».
Hojlund è stato un acquisto top da 50 milioni: l’idea è che i valori siano già cresciuti.
«Non avevamo dubbi, a prescindere dai tempi di inserimento. Rasmus è determinante per i numeri e soprattutto per come cresce e recepisce gli input dell’allenatore. Questo fa la differenza».
L’avete già riscattato?
«C’è un obbligo in caso di Champions con un diritto. Il giocatore si considera del Napoli e il Napoli lo considera estremamente importante.
Una formalità, insomma...
«A oggi, sì. Penso che sia così».
Inter, Milan, Napoli, Juve, Roma: chi è favorito per lo scudetto?
«È un campionato dove tutti possono perdere con tutti e non c’è ancora un favorito. Il Milan è attrezzato, ha un sola competizione e un grande allenatore come Allegri. Anche la Roma ha un grande allenatore. La Juve ha Spalletti, un altro grande, e ha investito tanto. E poi c’è l’Inter: per me rimane la più forte, perché lo dice la storia e perché ha anche ringiovanito».
Chi è l’allenatore più forte d’Italia?
«Antonio Conte. E non per fargli un regalo, ma per quello che vedo con i miei occhi: energia, abnegazione, capacità. È un fatto troppo oggettivo: ogni giorno devi dimostrare di essere all’altezza dei suoi standard».
Norton-Cuffy le piace?
«Buon calciatore, ha forza. Ce ne sono tanti bravi».
Palestra?
«In prospettiva è il terzino destro più forte che c’è. Cominciano a venire fuori giovani importanti sui quali costruire il futuro dell’Italia: Pio Esposito è destinato a grandi cose. E c’è Leoni».
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