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Manna: “Napoli favorito? Non sono d’accordo, dato oggettivo. Inter più forte, lo dice la storia”

Andrea Della Sala Redattore 
In una lunga intervista al Corriere dello Sport, il ds del Napoli Manna ha parlato delle parole di Conte, di mercato e della corsa scudetto

In una lunga intervista al Corriere dello Sport, il ds del Napoli Manna ha parlato delle parole di Conte, di mercato e della corsa scudetto:

Il Napoli è rinato dopo Bologna. È un ramarro, è infinito.  

«La capacità di rigenerarsi è legata alla capacità che Conte ha di rigenerarla. Abbiamo grandi uomini e grandi valori: senza non avremmo potuto reagire alle difficoltà con questa forza e questa voglia di vincere. Ma davanti c’è un percorso».  

A proposito: perché il discorso di Conte sulla distanza da Milan, Inter e Juve ha innescato reazioni a catena?  

«Non sono d’accordo quando si dice che il Napoli è stra favorito per lo scudetto, e non perché vogliamo scaricare pressioni o spostarle su altri: è un dato oggettivo. Vengo da una realtà completamente diversa ed è chiaro che ci sono gap strutturali, ma noi li colmiamo con questi valori che in pochi hanno e che non sempre bastano».  

In estate avete investito tanto sul mercato. 

«Bisognava colmare i vuoti numerici in rosa e De Laurentiis non si è tirato indietro. Il nuovo obiettivo è alzare la qualità ogni anno».  

Le limitazioni sul mercato invernale non aiutano, in questo senso.  

«Aumentando la rosa è cresciuto il monte stipendi, ma i ricavi sono diversi rispetto ai club del Nord: stadi diversi, patrimoni diversi. Non è una lotta pari: c’è un gap strutturale e storico e questa ricchezza ce la siamo creata. Qui ci sono enorme cultura del lavoro, dedizione e voglia di migliorarsi: ognuno fa più cose per il bene del Napoli».  

 Cosa bisogna aspettarsi, concretamente, sul mercato?  

«Vorremmo premiare il lavoro di Conte e dei giocatori migliorando il livello della squadra senza rompere gli equilibri: non so se ci riusciremo, ma ci proveremo. Gennaio è sempre rischioso, l’anno scorso abbiamo venduto il calciatore più importante e forse non l’abbiamo ancora sostituito all’altezza».  

In che reparto prevedete interventi? 

«I rientri di Anguissa e Gilmour sono più vicini, mentre Lukaku e De Bruyne sono un punto di domanda: quindi, vorremmo alzare la qualità soprattutto nel reparto offensivo. Stiamo facendo valutazioni».  

In campo e fuori, acquistando Hojlund in un lampo. Un gran colpo.  

«Abbiamo fatto di tutto per prenderlo. C’erano anche altre squadre con blasone storico più alto, ma la sua volontà è stata determinante: questa cosa ci rende orgogliosi».  

Hojlund è stato un acquisto top da 50 milioni: l’idea è che i valori siano già cresciuti.  

«Non avevamo dubbi, a prescindere dai tempi di inserimento. Rasmus è determinante per i numeri e soprattutto per come cresce e recepisce gli input dell’allenatore. Questo fa la differenza».  

L’avete già riscattato?  

«C’è un obbligo in caso di Champions con un diritto. Il giocatore si considera del Napoli e il Napoli lo considera estremamente importante.  

Una formalità, insomma...  

«A oggi, sì. Penso che sia così». 

Inter, Milan, Napoli, Juve, Roma: chi è favorito per lo scudetto?  

«È un campionato dove tutti possono perdere con tutti e non c’è ancora un favorito. Il Milan è attrezzato, ha un sola competizione e un grande allenatore come Allegri. Anche la Roma ha un grande allenatore. La Juve ha Spalletti, un altro grande, e ha investito tanto. E poi c’è l’Inter: per me rimane la più forte, perché lo dice la storia e perché ha anche ringiovanito».  

Chi è l’allenatore più forte d’Italia?  

«Antonio Conte. E non per fargli un regalo, ma per quello che vedo con i miei occhi: energia, abnegazione, capacità. È un fatto troppo oggettivo: ogni giorno devi dimostrare di essere all’altezza dei suoi standard».  

 Norton-Cuffy le piace? 

«Buon calciatore, ha forza. Ce ne sono tanti bravi». 

Palestra?  

«In prospettiva è il terzino destro più forte che c’è. Cominciano a venire fuori giovani importanti sui quali costruire il futuro dell’Italia: Pio Esposito è destinato a grandi cose. E c’è Leoni».