Caratteristiche ideali per chi gioca in una grande squadra…
«Certamente. Tra l’altro a Napoli nelle 5-6 occasioni in cui è stato schierato titolare Caprile ha sempre fatto bene. Poi ha scelto di andare a Cagliari per giocare con continuità e ha avuto ragione, visto che l’anno scorso ha trascinato i rossoblù alla salvezza con le sue parate. Crescerà ancora».
Restando in casa Inter, che ne pensa del dualismo tra i pali Sommer-Martinez?
«Ci devono essere gerarchie chiare: uno fa il titolare e l’altro il vice. L’alternanza in porta la reputo pericolosa; perché non fa rendere al meglio i portieri. Anzi, chi gioca lo fa con la paura di sbagliare e finire in panchina: tutto ciò non dà sicurezze e la giusta tranquillità che servirebbe a chi scende in campo».
Lei chi schiererebbe titolare tra Sommer e Martinez?
«Andrei avanti con lo svizzero. Sono un suo estimatore: Yann mi ricorda i portieri degli anni Ottanta e Novanta. Rispetto al calcio attuale gli manda qualche centimetro in altezza, ma è molto reattivo tra i pali».
Quest’Inter dove può arrivare?
«Per me resta la principale candidata alla vittoria del campionato al fianco del Napoli. Dopo la tragedia sportiva dello scorso anno qualcosa a livello mentale doveva pagarla e l’ha pagata, ma adesso Chivu ha ritrovato autorità sulla squadra che era distrutta mentalmente dopo aver perso la Champions. In estate l’Inter non ha cambiato nulla, tutti i big sono rimasti e ha allargato la rosa. Motivo per cui le potenzialità per vincere il campionato ci sono tutte».
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