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Lunedì sera dopo la vittoria in casa contro la Fiorentina, Inzaghi si è lamentato di essere stato oggetto di critiche eccessive per la sconfitta del Franchi. L’Inter, però, non è la Lazio.
«Uno sfogo. In nerazzurro il complimento dura un giorno, la critica una settimana. Anche di più. Ormai ci ha fatto il callo, però. È abituato. All’inizio soffriva un po’ di più, perché alla fine basta un niente e sei sotto attacco, ma ormai Inzaghi sa gestire la pressione».
L’asticella è ancora più alta.
«Più volte è stato messo in discussione. Più volte quando si parlava di lui è stato aggiunto un “eh, però…”, “eh, ma non ha fatto questo…”. Poi l’ha fatto. Ora sa che deve fare ancora meglio».
Che si aspetta dal testa a testa dialettico con Conte?
«Sarà divertente, si punzecchieranno. Ora Simone è entrato in questa sfida a distanza con lui. Conte è Conte, lo conosciamo, ma Inzaghi sa di potersela giocare e vuole dimostrarlo. Anche perché Antonio è uno che in carriera avrà perso pochi scudetti. È uno specialista».
C’è qualcosa che li accomuna? Lei li ha avuti entrambi.
«Non credo. Hanno un modo di vivere le situazioni e le partite in modo totalmente differente. Conte è un ragionatore, Inzaghi un istintivo. Sarebbe bello posizionare una camera solo su di loro durante una partita. Immagini cosa potrebbe venir fuori. E sarebbe bellissimo».
Chi è più avanti in questo momento tra Inter e Napoli?
«L’infortunio di Neres condizionerà i piani di Conte, mentre l’Inter ha gli attaccanti più stanchi. Tuttavia, recuperare Acerbi è stato fondamentale».
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